Frammenti di ossidiana. Appunti di vita e scritti di Storia economica in memoria di Roberta Morelli, a cura di Micol Ferrara, Universitas Studiorum, Mantova, 2016 «Giornale di Storia», numero speciale monografico 1/2016



Abstract: In attesa della presentazione ufficiale del volume prevista a Roma per il prossimo 17 marzo (Archivio di Stato di Roma, Sala Alessandrina) solo per i nostri lettori un'esclusiva recensione di Augusto Ciuffetti.

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In attesa della presentazione ufficiale del volume prevista a Roma per il prossimo 17 marzo (Archivio di Stato di Roma, Sala Alessandrina) solo per i nostri lettori un’esclusiva recensione di Augusto Ciuffetti.

Le raccolte di saggi e i convegni in memoria o in onore di uno studioso hanno sempre il sapore dell’ufficialità e del formalismo accademico: si configurano quasi sempre come dei “passaggi” obbligati, ai quali allievi e colleghi devono sottostare in nome di prassi consolidate nel tempo, volte a salvaguardare rapporti ed equilibri. Queste operazioni appartengono, di fatto, ad una sorta di rituale alquanto appariscente nei suoi aspetti esteriori, quanto vuoto nei suoi significati più profondi e reconditi. Non è così per questa originale e bellissima raccolta di saggi, poesie, riflessioni, pensieri, in memoria di Roberta Morelli, ideata e curata con grande sensibilità e passione da Micol Ferrara.

Questo libro non può essere accolto con indifferenza, non può essere semplicemente sfogliato e quindi riposto in uno scaffale, già colmo di polverosi volumi, di una qualsiasi libreria: Frammenti di ossidiana è una raccolta di scritti con la quale ogni studioso di storia, ogni accademico, e non solo, è chiamato a confrontarsi e interrogarsi, perché è molto di più di un omaggio a Roberta Morelli. I suoi contenuti, esaltando il legame inscindibile tra la ricerca scientifica, i suoi risultati e la vita, obbligano e spingono le riflessioni del lettore verso orizzonti più ampi e complessi rispetto al “semplice” lavoro dello storico. In questo volume si respira la vita reale, quella concreta fatta di sentimenti, passioni, emozioni, gioie e dolori; quella vita presente che non si può mai allontanare dalle pagine di una ricerca storica, essendo essa stessa uno strumento interpretativo prezioso e rivelatore. Non è un caso che il sottotitolo del volume sia proprio Appunti di vita e scritti di Storia economica, e non è un caso che i saggi a carattere scientifico, scritti da alcuni allievi di Roberta Morelli, siano collocati nel libro dopo i ricordi, i carteggi privati, le riflessioni e i pensieri più intimi elaborati da amici, che sono anche dei colleghi, a scandire tempi e dimensioni che delineano una precisa gerarchia di valori.

Nessuno studioso può ritenersi un “grande” storico se non è, al tempo stesso, anche un “grande” uomo. Una persona che affronta le prove della vita con superficialità o furbizia, sfruttando le scorciatoie della mediocrità, per convenienza o per incapacità, oppure cercando rifugio in rapporti formali ritagliati sulle apparenze e sulle falsità, non solo non è in grado di vivere il proprio tempo, ma non può nemmeno interrogare e comprendere il passato, capire i meccanismi sociali, politici ed economici che presiedono allo svolgimento delle civiltà, come all’andamento della vita quotidiana. Per Roberta la Storia doveva aiutare a vivere meglio, ad affrontare il presente e le difficoltà. Il mondo accademico, invece, è traboccante di studiosi che vivono solo di formalismi e ambiguità.

Questo libro dedicato a Roberta Morelli è il risultato di un lungo impegno non occasionale, condotto con evidente sincerità e profonda partecipazione. Esso ci restituisce il profilo di una studiosa amata e rispettata non solo come collega, ma soprattutto come compagna ed amica, come punto di riferimento per sentieri di lavoro e di vita destinati ad intrecciarsi continuamente e, quindi, ad alimentarsi a vicenda. Se questo libro è così efficace, se questo libro, di pagina in pagina, riesce a mostrarci le grandi qualità e i meriti di Roberta Morelli, come donna e come storica, attenta alla sostanza delle cose e al valore delle persone, ben oltre le logiche accademiche, le sue rigide forme e le sue gerarchie codificate, ciò si deve al fatto che è stato scritto non dall’intera accademia, ma solo da coloro a lei più vicini in modo più autentico. Si tratta di un racconto corale, dove i ricordi ed ogni singola espressione, insieme ai saggi inediti dei suoi allievi, concorrono a definire un quadro di vita estremamente ricco e vivace, segnato dalla costante ricerca di rapporti veri e profondi.

Se questo libro, così originale ed innovativo, sia nei contenuti, sia nello spirito con il quale è stato concepito, si configura come un’opera di assoluto rilievo, il merito è da attribuire interamente alla sua curatrice Micol Ferrara, allieva di Roberta Morelli, la quale ha “costruito” con grande coraggio un volume che si colloca al di fuori di ogni schema. Del resto, anche la sua ultima ricerca, Dentro e fuori dal ghetto. I luoghi della presenza ebraica a Roma tra XVI e XIX secolo (Mondadori 2015), è un lavoro di “frontiera”, di assoluta originalità nel panorama della storiografia italiana più recente. Il volume, pubblicato senza finanziamenti istituzionali, ai quali l’affetto degli amici ha sopperito attraverso acquisto copie e sottoscrizioni, è un numero monografico speciale del «Giornale di Storia», la rivista diretta da Marina Caffiero, on-line dal maggio del 2009. Per la prima volta essa approda dal web al cartaceo: si tratta di un passaggio di grande importanza e valore, che consolida il ruolo del «Giornale di Storia» come prezioso spazio di riflessione e di intervento storiografico.

Micol Ferrara ha saputo riprodurre nel volume l’intera vita di Roberta, “narrando” tutti i valori a lei più cari, i suoi interessi, le sue passioni. È un percorso sorprendente quello che si delinea nel volume; sorprendente per la sua forza e la sua incisività. Esso muove dall’amicizia, intesa come un dono e come una forma di “simbiosi mutualistica”, perfettamente impressa nell’immagine della copertina della giraffa con la bufaga, opera dell’artista Alessandro Iob, per approdare di nuovo all’amicizia come elemento fondante della vita stessa. Come ricorda Micol Ferrara nella nota introduttiva, questa linea guida si deve alla stessa Morelli, che chiedeva espressamente di essere ricordata «come amica e non come accademica».

Come tale, cioè come maestra di vita e di lavoro, o come compagna nel difficile mondo accademico, Roberta Morelli è ricordata da Luca Mocarelli, Domenico Rocciolo, Maria Giovanna Stasolla, Luca Stefano Verrone, Simonetta Chiappini, Renato Sansa e dalla stessa Micol Ferrara, che la dipinge come «un’anima bella e radiosa». Nella testimonianza di Renata Allìo l’amicizia diventa un contenitore, nel quale confluiscono gioie e dolori e nel quale si produce una “contaminazione” capace di annullare qualsiasi sofferenza. Maurice Aymard la descrive come un’amica sincera e come la personificazione di una gioia di vivere in grado di assorbire totalmente anche la sua dimensione di studiosa, sempre attratta da inediti percorsi di ricerca. Paolo Buonora parla della sua passionalità, della sua eleganza e bellezza, della sua «travolgente spudoratezza con cui raccontava di sé». È, questo, un tratto essenziale del carattere di Roberta, il quale, insieme alla sua innata generosità, è presente anche nella testimonianza di Marina Caffiero, pronta a sottolineare l’insofferenza di entrambe per le gabbie accademiche e i loro rituali. Nei pensieri di Maria Luisa Neri, il rapporto con Roberta diventa una successione di fotogrammi, che descrive una forte empatia. Il «puzzle di ricordi» si chiude con un testo di Carlo Maria Travaglini, nel quale si sottolinea l’impegno di Roberta Morelli sul fronte della Storia Urbana. Nella sezione del volume dedicata ai saggi si presentano le ricerche di Marialaura Palumbo, I consumi alimentari degli Sforza Cesarini nel Settecento, di Giacomo Radegondo Bartocci, History of Nutrition: database per la storia dell’alimentazione, e di Paolo Chiappafreddo, Il Colle Armeno e l’Ospedale dei proietti. Il caso del Priorato di Pescina e di S. Nicola di Ferrato.

Accanto al percorso incardinato sull’amicizia, che questo volume affronta con grande forza e tenerezza in ogni possibile direzione, si collocano i doni speciali inseriti in alcune copie, in edizione limitata: degli angeli segnalibro, simbolo di luce e protezione, apparentemente distaccati e lontani dalla vita, ma in realtà in essa presenti, e dei tarocchi, tanto amati da Roberta. La loro presenza nel libro è fondamentale, essendo degli originali “strumenti” per decifrare e interpretare l’esistenza, fino a conquistare la piena consapevolezza di ogni istante di vita. Quella vita che Roberta Morelli ripercorre in modo elegante e delicato nella sua «Autobiografia di una vita poetica», composta da prose e versi, collocata nel libro accanto ai testi, ai ricordi, alle parole, alle ricerche dei suoi amici e dei suoi allievi più cari. È significativo come Roberta rappresenti sempre la sua vita, non come il risultato di scelte personali e individuali, bensì come l’esito di un agire collettivo, nel quale “naturalmente” si inserisce la sua esistenza, come un “pezzo” di una più complessa rappresentazione: un film a lieto fine, nel quale i protagonisti assoluti sono i sentimenti e il «turbine vibrante delle […] emozioni».

L’importanza dei tarocchi per Roberta e il loro valore universale come chiave interpretativa dell’arco vitale emergono chiaramente nella lunga ed avvincente conversazione tra Micol Ferrara e Marianne Costa, esperta di psicomagia, metagenealogia e tarocchi, ed autrice, insieme ad Alejandro Jodorowsky, del libro La via dei tarocchi, pubblicato da Feltrinelli nel 2005. Nel brano La dinamicità dei tarocchi, posto a chiusura del volume, Marianne Costa propone delle esclusive ed affascinanti meditazioni su alcuni arcani maggiori.

Soltanto chi è stata vicina a Roberta Morelli e continua ad esserlo anche ora poteva concepire un libro così completo ed “assoluto”, il quale non è soltanto un omaggio alla sua figura, ma alla vita intera, da affrontare con forza e determinazione, sapendone cogliere ogni aspetto, ogni segno, ogni simbolo, nella certezza di un cammino che si dipana sempre tra una concretezza, spesso stringente e soffocante, appesantita da miserie e desolazioni, e la leggerezza, la luminosità di una dimensione più ampia ed “alta”, rappresentata dalla figura dell’angelo; due ambiti che solo in apparenza risultano separati e distanti, mentre comunicano costantemente tra di loro. È in questa direzione che Micol Ferrara ha concepito il volume, inteso come un insieme di vari e diversi frammenti di ossidiana: la pietra del guerriero. La stessa Roberta amava definirsi come un’ossidiana. Essa dona chiarezza interiore ed equilibrio e protegge il pensiero da ogni influsso negativo. Questa continua ricerca di armonia, l’amore per la vita, insieme alla capacità di donarsi agli altri, sono gli insegnamenti più grandi che ci ha lasciato Roberta Morelli, così bene interpretati anche da Micol Ferrara.

Questo libro è un dono prezioso. Questo libro è un delicato e poetico invito ad immergersi totalmente con gioia e coraggio nel proprio tempo e nei tanti, diversi, contraddittori tempi della storia. Questo libro è un invito pressante ad affrontare tutti i momenti della vita, anche quelli più controversi, all’insegna della bellezza.