I clandestini del mare. La storia nascosta dietro un libro e il suo autore: a proposito di Compulsion di Meyer Levin


Abstract: La casa editrice Adelphi ha pubblicato nel 2017 la traduzione italiana del libro di Meyer Levin, Compulsion, conservandone il titolo inglese. Il volume, già in seconda edizione in Italia, era stato pubblicato per la prima volta negli USA nel 1956 e ristampato nel 1984 e racconta la storia vera di un assassinio avvenuto nel 1924 a Chicago che fece scalpore e venne indicato dai giornali, che se ne occuparono largamente, come “il delitto del secolo”. Assai prima del libro-verità A sangue freddo (In Cold Blood) di Truman Capote (1966), Compulsion narra in maniera appassionante e coinvolgente la storia di un tentativo di delitto perfetto, privo di motivazioni e assolutamente gratuito, commesso per il puro piacere di compierlo da una coppia di giovanissimi e brillanti studenti che uccisero un ragazzino ebreo quattordicenne dopo averlo rapito all’uscita della scuola.

La casa editrice Adelphi ha pubblicato nel 2017 la traduzione italiana del libro di Meyer Levin, Compulsion, conservandone il titolo inglese. Il volume, già in seconda edizione in Italia, era stato pubblicato per la prima volta negli USA nel 1956 e ristampato nel 1984 e racconta la storia vera di un assassinio avvenuto nel 1924 a Chicago che fece scalpore e venne indicato dai giornali, che se ne occuparono largamente, come «il delitto del secolo». Assai prima del libro-verità A sangue freddo (In Cold Blood) di Truman Capote (1966), Compulsion narra in maniera appassionante e coinvolgente la storia di un tentativo di delitto perfetto, privo di motivazioni e assolutamente gratuito, commesso per il puro piacere di compierlo da una coppia di giovanissimi e brillanti studenti che uccisero un ragazzino ebreo quattordicenne dopo averlo rapito all’uscita della scuola. I due, provenienti entrambi da famiglie ebree di origine tedesca, ricchissime e importanti in città, erano Nathan Leopold e Richard Loeb (nel romanzo rispettivamente Judd Steiner e Archie Straus) che effettivamente l’autore, Levin, aveva conosciuto all’università e che erano stati scoperti e incriminati anche con il suo aiuto. Levin, egli stesso precoce ed eccellente studente ebreo, ma proveniente da uno strato sociale inferiore a quello dei due coetanei e da una famiglia dell’Est Europa, aveva seguito l’inchiesta e poi il processo in qualità di giovane reporter del «Chicago Daily News». Siamo nella Chicago degli anni Venti, del proibizionismo e delle bande criminali.

Colti e intelligenti, i due assassini, legati da un rapporto omosessuale, aderivano e professavano dottrine superomistiche di marca nietzschiana e intendevano dimostrare con il feroce atto la loro superiorità intellettuale e emotiva. Il delitto come atto puro era la prova che la figura dell’Übermenschsi poneva al di sopra al di sopra degli uomini comuni, delle leggi e della società.
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