Giulio Cogni in Germania: il razzismo italiano tra Ministero degli Esteri e Ministero per la Stampa e la Propaganda I

Giulio Cogni in Germania: il razzismo italiano tra Ministero degli Esteri e Ministero per la Stampa e la Propaganda I

Abstract: I documenti qui presentati relativi al periodo dal luglio 1936 al marzo 1937 si riferiscono all'attività di Giulio Cogni all'estero, in particolare in Germania, alle sue pubblicazioni in Italia e ai suoi rapporti con le autorità fasciste (il dicastero degli esteri e quello per la stampa e propaganda) sul razzismo. Offrono la testimonianza del percorso seguito dal docente senese nella diffusione della propria concezione razzista (sostanzialmente una traduzione in chiave filosofica neoidealistica del razzismo di Rosenberg e di altri rappresentanti tedeschi) e delle critiche, perplessità e ostilità che quest'operazione, pur incoraggiata e sostenuta in un primo momento — in funzione strumentale — da Mussolini, si attirò da parte degli stessi ambienti fascisti in nome di un razzismo di tipo differente, più aderente all'impostazione volontaristica e spiritualistica dell'ideologia, e maggiormente compatibile con il cattolicesimo, tratto caratteristico della popolazione italiana. Rappresentano quindi una documentazione importante dell'elaborazione del razzismo italiano nel periodo fascista.

I testi, editi e soprattutto inediti, che qui vengono presentati riguardano una parte importante della vicenda di Giulio Cogni tra il 1936 e il 1937 e si riferiscono in particolare alle sue pubblicazioni in Italia con le conseguenti polemiche che queste scatenarono, alla sua attività svolta all’estero e ai suoi rapporti con le autorità fasciste sul tema del razzismo. Allo stesso tempo essi contribuiscono in maniera rilevante a ricostruire la storia dello sviluppo del razzismo italiano nel periodo fascista.

Già nel luglio 1936, quando Cogni era tornato in Italia dalla Francia e al Ministero degli Esteri si assumeva la decisione del suo trasferimento ad Amburgo, la Direzione Generale per il Servizio della Stampa Italiana del Ministero per la Stampa e la Propaganda redigeva un appunto per il Ministro Alfieri, al quale il filosofo toscano aveva evidentemente spedito l’estratto della sua pubblicazione su Rosenberg del 1934 insieme a una lettera.

Con questo gesto Cogni chiedeva il sostegno del neo ministro per il suo progetto di creazione di un razzismo italiano che si sarebbe dovuto realizzare anzitutto con il suo volume Il Razzismo, da lui qualificato come «una vera tromba di riscossa del nostro sangue, con profonde conseguenze teoriche e di propaganda per il prestigio e l’esaltazione razziale del sangue latino, romano»; in secondo luogo con la diffusione delle sue teorie sui più importanti quotidiani.

Nella descrizione del contenuto della pubblicazione di Cogni e della sua teoria razzista, l’estensore dell’appunto coglieva l’opposizione dello studioso senese al materialismo e positivismo, il suo tentativo di conferire alla nozione di razza — senza rinunciare all’elemento biologico — un significato spirituale e religioso e di sganciare la religione del sangue nordica dal nazionalismo tedesco per includervi il popolo italiano in funzione antisemita, antiafricana e antislava.

Indicava quindi una serie di ragioni politiche e culturali sulla base delle quali riteneva inopportuno rispondere positivamente alla richiesta di Cogni.

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