Persi e ritrovati. La sicurezza del patrimonio archivistico italiano, tra abili ladri e inaspettati paladini. Intervista a Paolo Buonora, direttore dell’Archivio di Stato di Roma


Abstract: Per riassumere la vicenda, ricordiamo che a metà del mese di aprile passato alcune agenzie di stampa come ANSA e ADKRONOS hanno battuto la notizia del recupero da parte del Reparto Operativo Tutela Patrimonio Culturale dell’arma dei Carabinieri di una mappa acquerellata e manoscritta risalente al 1730 (in realtà di qualche anno successiva a questa data, come vedremo più avanti). La mappa raffigurante il Lago di Santa Maria, era stata trafugata dall’Archivio di Stato di Roma, in una data indefinita ma comunque antecedente al 2010. Il documento, acquistato in totale buona fede da una nota galleria antiquaria romana presso una casa d’aste americana, era stato posto in vendita su internet, per la ragguardevole cifra di ventimila euro. L’indagine è stata condotta sulla base di una cospicua attività di monitoraggio di siti on line specializzati nella vendita di opere d’arte e mirabilia e il prezioso documento è stato individuato e attribuito all’Istituto di conservazione romano grazie al lavoro di un equipe di consulenti archivistici.

La notizia che una preziosa mappa acquerellata del 1730 raffigurante il lago di Santa Maria nella zona pontina del Lazio – trafugata all’Archivio di Stato di Roma da ignoti quasi dieci anni fa – è stata recentemente ritrovata dal nucleo Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri, grazie ad un attento e certosino lavoro di indagine, è lo spunto per una intervista gentilmente concessa in esclusiva al Giornale di Storia dal direttore dell’istituto di conservazione, dott. Paolo Buonora.
Emergono alcuni particolari tralasciati dalla stampa divulgativa ma di sicuro interesse scientifico; e anche un piccolo scoop.
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