Allonsanfan: una “confessione” autobiografica


Abstract: Allonsanfàn è un film che mi ha molto condizionato, nel senso che mi ha fatto capire molte cose quando è uscito nel 1974.

Allonsanfan è un film che mi ha molto condizionato, nel senso che mi ha fatto capire molte cose quando è uscito nel 1974. Senza volergli accollare delle responsabilità che non vorrei, devo dire che gran parte delle cose che oggi io penso sul Risorgimento, e soprattutto gran parte del lavoro storico che ho fatto, nasce da questo film e certamente dal materiale problematico che questo film mette in campo. Questo film che non è un film sulla rivoluzione, che non è un film sul Risorgimento, ma è un film innanzitutto sul dopo rivoluzione. C’è il notissimo film di Bertolucci Prima della rivoluzione (1964), poi naturalmente c’è l’analogia con il tradimento, grande tema delle generazioni che fanno le rivoluzioni, o provano a farle, poi le rivoluzioni in qualche modo scompaiono, si dileguano, si dice che falliscono. In realtà non falliscono, finiscono le generazioni che le hanno fatte, già questo è un primo punto, le rivoluzioni mentre hanno un momento preciso in cui iniziano, è sempre fluido il momento in cui finiscono. Qualcuno le accelera perché è la propria vita, qualcun altro le porta molto avanti perché in realtà è di un’altra generazione, e già questo è un tema per chi, come me, aveva ventidue anni nel 1974: avevamo il ’68 alle spalle, avevamo davanti una cosa che non sapevamo esattamente che cosa fosse e ognuno di noi doveva dare una qualche risposta perché a vent’anni devi dare una risposta al tempo, avendo una rivoluzione dietro e in qualche modo ancora in atto. Per questo non si sa quando finiscono, perché chi può dire che nel 1974 la rivoluzione era già finita, o non era mai cominciata o doveva cominciare il giorno dopo? Se noi guardiamo, in soggettiva come necessariamente guarda Mastroianni, se noi guardiamo in soggettiva dal 1974 in avanti, o se noi guardiamo in soggettiva dal 1816 in avanti, abbiamo la terra di nessuno: siamo giovani, abbiamo già in qualche modo il carico di qualcosa che o abbiamo fatto o a cui abbiamo partecipato, vi abbiamo partecipato pienamente o ci ha partecipato nostro fratello maggiore e ci avremmo voluto partecipare anche noi, tema del ‘68 e della sua generazione, ma tema certamente anche dei famosi “nati con il secolo” al tempo della Restaurazione. Musset ha una pagina straordinaria in cui comincia le sue confessioni e spiega che arriva in un mondo nel quale si parlava di tutto quanto era successo, ma si vedevano altri nomi, altre facce; il giovane Michelet si accorge di come è finita la rivoluzione perché va a teatro in carrozza con i suoi genitori e qualcuno apre questa carrozza e dice «Signora scenda» ed era la prima volta che sentiva questa parola “signora”, mentre fino ad allora aveva sentito “cittadino” o “cittadina”, quindi la cosa stava cominciando a cambiare. Queste sono le cose che tu hai dietro, dipende già molto da quanto questo passato è tutto pienamente tuo, quanto è invece il racconto di qualcuno più grande o quanto vi hai partecipato o quanto lo hai negato. Oggi siamo pieni di pentiti del ‘68 per l’invidia di non avervi partecipato, il rancore per una rivoluzione durante la quale erano nei banchi sbagliati della scuola spiega molto di questi nostri momenti.

Ma, insomma, devo dirvi perché questo film continua a emozionarmi. Tu vai avanti, hai la terra di nessuno davanti, sei in soggettiva, quanto durerà questa soggettiva? Quanto durerà? Questo è un tema che per esempio mi affascina quando lo trasporto sulle generazioni del fascismo, su chi aveva trent’anni quando cominciò la dittatura e si chiedeva: quanto durerà?

Ma non tanto per la capacità di resistenza in astratto, ma intanto c’è la capacità della propria vita quotidiana, che passa, perché non passerà il tempo storico con la “t” e la “s” maiuscola, ma passa il tuo tempo. Il povero Fulvio/Mastroianni è già consumato, la prima cosa di cui si accorge è la qualità della sua vita, quello che sta passando sono i suoi giorni. E va bene, tu puoi rinunciare ancora un poco, lo hai già fatto durante la rivoluzione, lo puoi fare ancora, ma per quanto tempo? E soprattutto per quanto tempo questa terra di nessuno è semplicemente una parentesi e non è il senso delle cose?

Allosanfan, locandina
Allosanfan, locandina
LuigiMascilliMigliorini