Cibo ed Anima e alcuni aspetti patologici della alimentazione


Abstract: Il presente contributo propone una disamina del significato psicologico dell’alimentazione e dei valori simbolici del cibo, mettendo in evidenza la complessità dell’atto alimentare, l’atteggiamento contemporaneo nei confronti del cibo, la sua rilevanza per il benessere dell’anima. Procedendo a tratti con gli strumenti dell’antropologia culturale, a tratti della psicologia del profondo, si possono intravedere le ombre patologiche che si celano in questa basilare attività e la relazione profonda che lega il cibo alla madre, al suo corpo e al mondo. Proprio queste relazioni verranno in primo piano quando si passerà ad esaminare due delle patologie attualmente più diffuse: l’anoressia e la bulimia.

La moderna visione dell’uomo e del mondo ha finito per rendere incapace la nostra immaginazione. Essa ha dettato il nostro modo di vedere la personalità (Psicologia), la follia (Psicopatologia), la materia e gli oggetti (Scienza), il cosmo (Metafisica) e la natura del divino (Teologia). Per trovare un mondo infuso di Anima c’è stato chi, disperato, si è rivolto alla magia, all’occultismo, agli stupefacenti o alla follia, pur di riaccendere l’immaginazione per ritrovare l’Anima del Mondo.

Il mondo classico non aveva una psicologia; aveva tuttavia una raffinata mitologia. L’uomo greco-romano viveva in una dimensione pervasa di divinità e, così come riconosceva una divinità delle porte (Giano), sottolineando la sottile differenza che avviene in noi quando, attraversando una porta, passiamo da un tipo di spazio ad un altro, allo stesso modo poneva una divinità nella sfera del focolare, della cucina (Estia), sottolineando la natura sacra dell’atto alimentare. Un mondo “animato”.

 
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