Il secolo dell’oro rosso e la sua eredità


Abstract: L’articolo si compone di tre parti distinte, eppure unite da un fil rouge che intende ripercorrere la produzione e la diffusione dello zafferano aquilano n Europa tra Medioevo e Età contemporanea.
Partendo da una ricostruzione storica già avviata da Paolo Buonora, incentrata sull’utilizzo e l’interpretazione delle fonti a stampa, la ricerca si arricchisce sotto il profilo archivistico, grazie al vasto patrimonio documentario relativo a tale spezia, conservato all’interno dell’Archivio di Stato dell’Aquila e qui illustrato da Daniela Nardecchia, in occasione della mostra dal titolo: La produzione e il commercio dello zafferano in area aquilana (2015), quale testimonianza della ricca produzione, circolazione e fioritura economico-mercantile dello zafferano nel basso Medioevo all'Aquila.
Come completamento dei saggi e a supporto delle tesi indicate, la sezione “foto” del Giornale di Storia, ospita un ricco apparato iconografico proveniente dall’Archivio di Stato dell’Aquila, a testimonianza degli interessi politici, economici e giuridici relativi al controllo e alla diffusione dello zafferano (tra XIV e il XVII) in area aquilana.

La storia dello zafferano in Italia – qui si esaminerà essenzialmente il caso più significativo, quello dello zafferano aquilano o della piana di Navelli – è una storia particolare. Basti dire che non vi sono piatti tipici (storici) nella cucina aquilana che ne vedano l’impiego, ma che nella tradizione contadina della valle dell’Aterno il paziente lavoro di coltivazione e selezione dei pistilli costituiva la sicurezza di una dote per le ragazze da marito.
Dunque, una storia che ha a che fare con consumi di lusso (in tutt’altre aree), con il “plusvalore commerciale” – per dirla con Braudel – e con l’integrazione dell’economia di sussistenza della popolazione nella montagna appenninica; un insieme piuttosto eterogeneo di argomenti: cominceremo dunque con i consumi. Dando per scontate le informazioni più note – la provenienza orientale, veicolata dagli arabi – pare più interessante portare subito l’attenzione su due compagni dello zafferano: il riso e la seta.
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