La Storia per gioco: 1960, the making of the President



La Storia per gioco: 1960, the making of the President
Abstract:

Come alcuni sapranno, il sistema delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti d’America funziona in modo particolare. I cittadini con diritto di voto non votano direttamente per il futuro presidente ma designano dei “grandi elettori” per ogni Stato, i quali andranno poi a votare presidente e vice-presidente in una votazione a scrutinio segreto. Ogni Stato ha i suoi elettori presidenziali in numero pari ai senatori e ai deputati per quello stesso Stato. Il candidato deve conquistare il singolo Stato per assicurarsene i voti. Questa procedura indiretta può portare anche a risultati paradossali che vedono eletto un presidente con meno voti rispetto alla popolazione ma con la maggioranza dei voti dei “grandi elettori”, come fu il caso anche nella recente elezione del presidente Donald Trump (quest’ultimo attestatosi al 47% della preferenza popolare, mentre Hillary Clinton raggiunse il 48%). In 1960: the Making of the President, da due giocatori, edito dalla GMT, i giocatori impersonano due dei più noti pretendenti alla presidenza degli USA, Richard M. Nixon e John F. Kennedy, attraverso le fatidiche elezioni del 1960. Fu di un periodo di grande turbolenza, con il paese impegnato nella Guerra fredda e pressato da questioni scottanti come quella dei diritti civili sul fronte interno.

Il gioco si svolge su una mappa elettorale degli Stati Uniti e utilizza un mazzo di carte contenenti eventi reali, insieme a “punti azione”, per guidare lo svolgimento della partita. Gli eventi possono essere di vario tipo, come: aumento del prezzo del cibo, gaffe televisiva di Nixon, Bobby Kennedy o Lyndon Johnson in aiuto del candidato democratico, e così via.

Giornale di Storia - La Storia per Gioco
1960. Making of the president – Contenuto

Sulle carte, dunque, ci possono essere eventi a favore di Nixon o a favore di Kennedy, sta al giocatore di turno decidere se usare la carta per attivare l’evento o sfruttare i punti della carta stessa per muovere il proprio candidato e cercare di conquistare i voti di uno Stato. A complicare la situazione ci sono i segnalini Momentum, in italiano traducibili forse con “impeto”. Essi rappresentano le eccezionali capacità comunicative di questi leader e consentono di attivare o impedire l’attivazione degli eventi delle carte avversarie, a discrezione del giocatore. Questi segnalini si possono guadagnare o perdere nelle varie fasi di gioco, in base a chi si trova più avanti su certe “tematiche” calde.

Ad esempio, nella mia partita con Nixon sono diventato un campione dei diritti civili e ho attivato una carta per cui è stato Kennedy a far imprigionare Martin Luther King, perdendo l’appoggio degli Stati dove la questione razzismo/diritti civili era più importante. In questo senso, nonostante la fedeltà degli eventi, è possibile riscrivere la storia e personalizzare la propria esperienza di gioco.

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1960. Making of the president – Nixon

Non viene tralasciato quello che forse fu lo strumento più importante di queste elezioni: i mass media. La presenza dei primi dibattiti televisivi fu una vera e propria rivoluzione mediatica, al tempo. L’intero gioco, oltre che nella raccolta di voti dai grandi elettori dei vari stati, si basa infatti su questi dibattiti e sul controllo della televisione e dei giornali per influenzare l’opinione pubblica a livello nazionale. L’ultimo dibattito, il più importante, si svolge proprio prima dell’Election Day e può ribaltare le sorti dell’intera partita.

Le tematiche sono tre: economia, politica estera e diritti civili. Nel corso dei vari round la loro importanza varia a seconda degli eventi giocati. Arrivati al momento del dibattito, il candidato che si trova in testa su ognuno di questi tracciati riceve punti e Momentum bonus da usare per ridistribuire alcuni voti sugli Stati. Si tratta perciò di un’arma da non trascurare.

La situazione rimane davvero tesa fino all’ultimo, con il dibattito finale che può cambiare le cose. Al momento dello spoglio dei voti è difficile capire a priori chi sarà il vincitore e spesso, come nella realtà, le differenze sono minime. A questo è da aggiungere la innegabile bellezza dei componenti. La mappa di gioco, le illustrazioni e le foto sulle carte evento si richiamano allo stile grafico e ai personaggi dell’epoca, è difficile non calarsi nell’ambientazione. Decisamente un gioco consigliato, perché aiuta a capire i meccanismi di potere e di influenza che regolano la democrazia di uno dei principali Stati del pianeta.