Gilda Nicolai, Lavoro, patria e libertà. Associazionismo e solidarismo nell’ Alto Lazio lungo l’Ottocento, Sette Città, 2008



Gilda Nicolai, Lavoro, patria e libertà. Associazionismo e solidarismo nell’ Alto Lazio lungo l’Ottocento, Sette Città, 2008
Abstract: La ricerca, condotta sulla stampa locale e su fonti archivistiche di prima mano, a integrazione della più nota letteratura statistica di provenienza ministeriale, indaga analiticamente i processi di socializzazione e di acculturazione della popolazione dell'Alto Lazio coinvolta nel movimento mutualistico e ricostruisce puntualmente le relazioni e le influenze reciproche intercorse tra le varie manifestazioni di questo fenomeno nelle piccole comunità a carattere prevalentemente rurale, che all'indomani dell'Unità costituivano il tessuto omogeneo di questo particolare territorio compreso tra Viterbo e Civitavecchia.

La ricerca, condotta sulla stampa locale e su fonti archivistiche di prima mano, a integrazione della più nota letteratura statistica di provenienza ministeriale, indaga analiticamente i processi di socializzazione e di acculturazione della popolazione dell’Alto Lazio coinvolta nel movimento mutualistico e ricostruisce puntualmente le relazioni e le influenze reciproche intercorse tra le varie manifestazioni di questo fenomeno nelle piccole comunità a carattere prevalentemente rurale, che all’indomani dell’Unità costituivano il tessuto omogeneo di questo particolare territorio compreso tra Viterbo e Civitavecchia.

Lo studio sfugge ad un’angusta impostazione localistica e invece s’ispira dichiaratamente ad alcuni tra i più significativi e stimolanti esempi della storiografia recente in materia: Maurizio Ridolfi sull’Emilia Romagna e Simonetta Soldani sulla Toscana, in ambito italiano, e in ambito europeo Robert J. Morris sull’Inghilterra, Thomas Nipperdey sulla Germania e Maurice Agulhon sulla Francia meridionale. L’efficacia epistemologica della categoria della sociabilité introdotta da quest’ultimo e finora applicata in Italia soprattutto alla storia delle élites aristocratiche e borghesi, è in particolare qui sottoposta a un’impegnativa, quanto positiva, verifica sul terreno, assai più incerto e infido, della storia dei ceti popolari.

Dopo l’ampio excursus sullo stato della ricerca in Italia proposto nel primo capitolo, nel secondo viene analizzato, con dovizia di dati (v. spec. l’utile tavola sinottica presentata alle pp. 237-247), l’humus sul quale l’associazionismo viterbese si radicò alla fine dell’Ottocento, in relazione alle caratteristiche storiche, sociali ed economiche dei diversi luoghi, con un’attenzione specifica alle forme pre-mutualistiche rappresentate dalle confraternite, molto diffuse nelle terre pontificie. Nel territorio considerato, la storia e il carattere prevalentemente rurale favorirono, anche in epoca postunitaria, il rigoglioso sviluppo delle associazioni mutualistiche d’ispirazione cattolica che con successo contesero il primato alle associazioni laiche e operaie, come si evince fra l’altro da una relazione della Sottoprefettura di Viterbo che nel 1877 censisce, a fronte di 164 opere pie, solo 18 società operaie.

Il terzo capitolo entra poi nel merito della vita dei vari sodalizi, della composizione, delle pratiche sociali interne e del loro funzionamento concreto. Fra i tanti aspetti considerati, colpisce quello dell’apertura della gran parte delle associazioni alle donne che nel 1878 raggiungono una presenza del 9, 24% sul totale degli iscritti. Come giustamente sottolineato dalla Nicolai, si tratta di una carateristica peculiare dell’Alto Lazio, in controtendenza rispetto al caso della limitrofa Provincia romana, molto interessante e ancora tutto da approfondire. Ma l’interesse maggiore di questo capitolo risiede soprattutto nella segnalazione di fonti nuove e per lo più inedite. Infatti l’autrice, che alla preparazione storica coniuga una solida conoscenza archivistica, ha l’indubbio merito di avere svolto un esame esaustivo di tutti gli statuti e opuscoli a stampa prodotti dalle associazioni dell’Alto Lazio e oggi conservati per la maggior parte presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e presso le Biblioteche comunale e provinciale di Viterbo e di avere effettuato, inoltre, una certosina indagine nei fondi dell’Archivio Centrale dello Stato, degli Archivi di Stato di Roma e di Viterbo, degli Archivi comunali di Viterbo, Orte e Tarquinia, dell’Archivio notarile distrettuale e dell’Archivio della Camera di commercio di Viterbo, dell’Archivio storico della Banca d’Italia e in quelli conservati, rispettivamente, dal Centro diocesano di documentazione di Viterbo e dall’Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia e, infine, in alcune collezioni fotografiche e documentarie private.

Quest’ampia attività di ricerca sul campo non ha mancato di dare i suoi frutti, con la riscoperta di tre archivi: quello della Società di mutuo soccorso di Corneto-Tarquinia presso l’Archivio comunale di Tarquinia (2 bb.), quello della Società di mutuo soccorso di Orte presso l’Archivio comunale di Orte (13 bb.) e quello della Società di mutua beneficenza di Tre Croci, Vetralla ancora presso la sede sociale (un verbale ottocentesco e documentazione dal 1939 ai nostri giorni). Si tratta di testimonianze eccezionali, poiché, com’è noto, la maggior parte della documentazione prodotta dalle associazioni di mutuo soccorso italiane è andata completamente perduta, a causa della natura privata degli enti e della bassa coscienza storica dei loro membri, ma anche della tipologia stessa dei documenti prodotti che, anche se a stampa, come gli statuti, i regolamenti, i testi celebrativi, i manifesti e i volantini, per via del loro carattere ibrido – la famigerata “letteratura grigia”! –, non hanno trovato durevole ospitalità neppure in quegli archivi e in quelle biblioteche, dove a suo tempo, ai sensi delle normativa, pur dovettero essere depositati. Il quarto capitolo affronta, infine, l’attualissimo tema del contributo dell’associazionismo alla modernizzazione del nuovo Stato unitario, con particolare riguardo all’educazione e all’istruzione, alla previdenza e alla gestione del credito.

Nel trarre le conclusioni del suo lungo e fruttuoso lavoro, l’autrice ritiene opportuno evidenziare, da una parte, il carattere estremamente variegato del fenomeno anche all’interno di un territorio circoscritto e omogeneo per storia politica e culturale, da mettere in relazione specialmente con l’influenza esercitata a nord dalle regioni della Toscana e dell’Umbria, ove l’associazionismo laico e socialista fu molto più sviluppato e duraturo, e d’altra parte la precocità del fenomeno che manifestatosi immediatamente negli anni Settanta dell’Ottocento, raggiunse l’apice dell’espansione negli anni Ottanta, per conoscere poi negli anni Novanta un altrettanto rapido, quanto definitivo declino.

Il volume si conclude con la consistente Bibliografia degli studi e delle tesi di laurea utilizzati e con i preziosissimi indici: le Fonti a stampa, distinte in Opuscoli e Giornali periodici elencati per istituto di conservazione e in ordine alfabetico del paese a cui si riferiscono; le Fonti archivistiche; l’Indice dei nomi di persona e infine l’Indice dei grafici e delle figure che, numerosi e molto chiari, completano i testi, agevolando notevolmente l’interpretazione e la comparazione dei dati quantitativi e statistici.