La storia per passione. Storica – Mensile di storia del National Geographic

La storia per passione. Storica – Mensile di storia del National Geographic


Abstract: Una bella scommessa editoriale, quella del National Geographic. Un tentativo non del tutto nuovo, ma sicuramente ambizioso e stimolante. Una rivista di storia, nel senso più esteso e onnicomprensivo del termine, un mensile rivolto a tutti. Appassionati, curiosi, studiosi; il pubblico di Storica è potenzialmente vastissimo.

Una bella scommessa editoriale, quella del National Geographic. Un tentativo non del tutto nuovo, ma sicuramente ambizioso e stimolante. Una rivista di storia, nel senso più esteso e onnicomprensivo del termine, un mensile rivolto a tutti. Appassionati, curiosi, studiosi; il pubblico di Storica è potenzialmente vastissimo. Nelle intenzioni dell’editore, che apprendiamo dalle parole del direttore Giorgio Rivieccio, la volontà di dar vita ad un progetto editoriale di grande fascino, in grado di stimolare l’attenzione di molti. Una rivista graficamente eccellente, che si avvale di preziose e autorevoli collaborazioni, e propone temi talmente trasversali da poter suscitare l’interesse di chiunque.

La struttura si articola in un corpo centrale composto di quattro approfondimenti, che spaziano dall’antichità ai nostri giorni, ed un numero variabile di pezzi più brevi, anch’essi ampiamente diffusi nel tempo e nello spazio. Gli articoli sono corredati da un importante apparato di immagini e didascalie, che conducono il lettore attraverso racconti e spiegazioni che, seppur rapide, appaiono indiscutibilmente suggestive. Pur sfiorando l’aneddotica, rischio inevitabile per interventi necessariamente brevi, i temi proposti, almeno quelli centrali, vengono affrontati con rigore. E molto apprezzabile è il breve corredo bibliografico, che richiama le principali letture di carattere storiografico, ma anche i riferimenti letterari e i portali dedicati sul web. La storia si intreccia con altre discipline come l’arte, l’antropologia, l’archeologia, l’etnografia. Il lettore rimane inevitabilmente colpito da uno dei tanti aspetti proposti, in una sapiente costruzione grafica che alterna paragrafi più densi a pagine interamente illustrate, nelle quali con pochi spot si ricapitolano le informazioni principali. Studiosi di diverse università europee e istituti di ricerca hanno già contribuito con i loro interventi, e l’autorevolezza a cui evidentemente ambisce la rivista lascia presupporre che in futuro molti li seguiranno.

La scelta degli articoli, almeno nei primi numeri, è stata senz’altro attenta e appropriata. Grandi personaggi, luoghi noti, richiami all’attualità; i lettori hanno incontrato Annibale, Tutankhamon, Merlino; e ancora la città proibita di Pechino, il Partenone, il Palatino. Perfino un articolo sul “crac bancario del ‘200”, il cui richiamo all’odierna crisi economica è forse fin troppo evidente. La strategia di marketing è senza dubbio vincente, anche se può apparire banale. In fondo però, ha il pregio di ricordare che la storia non dovrebbe essere una disciplina riservata ad un’elite intellettuale, e l’accostamento ad essa di una porzione più ampia della società può anche avvenire attraverso la semplice curiosità che questa rivista stimola.

L’intento dunque, esplicito nelle parole introduttive del direttore ma intuibile facilmente scorrendo la rivista, è duplice; squisitamente divulgativo da un lato, con un prodotto che si inserisce nel mercato con ottime chance di successo, dall’altro attento al dibattito storiografico di taglio accademico, che solitamente non trova, per propria o altrui volontà, molto spazio nella comunicazione di massa. Senza la presunzione di volersi candidare come un nuovo agorà in cui solo gli storici e le storiche di razza possano cimentarsi, il mensile del National Geographic potrebbe finalmente costituire quel terreno ibrido in cui la curiosità e l’approfondimento si incontrano. Per le discipline storiche sarebbe senz’altro di grande giovamento, in un tempo in cui i saperi umanistici, non immediatamente classificabili come utili per il profitto, potrebbero tornare a far breccia nel corpo vivo della società. Perciò si scommette sul fascino, su quanto di misterioso e accattivante la storia possa restituirci. E per questo si ripropone l’antico adagio della storia come “magistra vitae”, un ruolo che troppo spesso gli ambienti accademici sembrano aver dimenticato.

Ma Storica propone anche qualcos’altro. Alla fine di ogni numero, dedica alcune pagine per suggerire libri, segnalare mostre ed eventi, e soprattutto fornire indicazioni per visitare i luoghi di cui si è parlato negli articoli. Un incitamento alla cultura, una continua segnalazione di tracce da seguire, di temi da approfondire, di percorsi da intraprendere. Nel primo numero, Giorgio Rivieccio chiude la nota ai suoi lettori con l’ormai classico commiato “buon viaggio”. Un saluto che stavolta non stona.