La Gran Colombia (1819-1830): nascita e crisi di un’utopia politica. Storia diplomatico-militare di una nazione scomparsa
Premessa
Il presente contributo è volto a ricostruire, mediante l’utilizzo di numerose fonti primarie poco conosciute e di un’opera storiografica inedita, le vicende politico-militari vissute dall’effimera confederazione della Gran Colombia negli anni 1819-1830. In particolare, l’analisi di questi eventi storici sarà svolta seguendo due piani paralleli strettamente collegati tra di loro: quello della storia diplomatica e quello della storia militare.
La Gran Colombia: un sogno bolivariano?
Nel 1816 Simón Bolívar, dopo aver cacciato le truppe spagnole dalla Nuova Granada (attuale Colombia), intraprese la liberazione della propria terra natale; dopo una serie di scontri molto duri e dopo aver fronteggiato difficoltà di ogni tipo, a inizio 1819 il Libertador aveva praticamente concluso l’occupazione del Venezuela. Fu così che nel febbraio di quell’anno nella città di Angostura (oggi Puerto Bolívar, 600 chilometri a sud di Caracas) fu convocato un congresso, formato da delegati provenienti da tutti i dipartimenti liberati della Nuova Granada e del Venezuela: nelle intenzioni di Bolívar esso avrebbe dovuto avere un carattere costituente, cioè avrebbe dovuto formalizzare l’unificazione della Nuova Granada e del Venezuela in un singolo stato e avrebbe dovuto dare a quest’ultimo una costituzione democratica. Da lungo tempo il Libertador aveva in mente di creare uno stato federale in America latina, sul modello degli Stati Uniti: secondo la sua visione politica, infatti, solo unificandosi tra di loro le ex-colonie spagnole di quel continente avrebbero potuto contrastare l’espansionismo regionale del Brasile (che all’epoca era ancora saldamente sotto il controllo portoghese) e quello coloniale delle potenze europee. Fin dall’inizio la visione politica panamericana di Bolívar fu in parte un’utopia, dato che già prima del 1816 alcuni paesi come il Messico o l’Argentina avevano sviluppato dei propri caratteri “nazionali” ben precisi. Nella parte settentrionale dell’America latina, però, i progetti del Libertador poterono diventare realtà grazie al predominio delle sue forze armate. A inizio 1819 gli spagnoli controllavano ancora alcune regioni secondarie del Venezuela ed erano solidamente attestati in Ecuador: nessuno dei vari capi rivoluzionari attivi nell’area, escluso Bolívar, aveva le capacità e le risorse per completare il processo indipendentista e, quindi, nessuno di essi osò opporsi almeno per il momento ai suoi disegni.
Prima del congresso di Angostura, la Nuova Granada e il Venezuela furono due stati completamente autonomi tra loro, dotati di propri governi e proprie disposizioni legislative; le forze armate dei due paesi, invece, erano già state unificate in un singolo organismo militare noto come Ejército Libertador e comandato dallo stesso Bolívar. L’esercito unificato di Nuova Granada e Venezuela aveva assorbito al proprio interno i contingenti dei capi rivoluzionari minori, due dei quali si erano messi particolarmente in luce per le operazioni di guerra “non convenzionale” condotte contro gli spagnoli: Francisco de Paula Santander in Nuova Granada e José Antonio Páez in Venezuela. Per assicurarsi la fedeltà di entrambi e per assorbire “pacificamente” le loro forze militari nell’Ejército Libertador, Bolívar assegnò sia a Santander che a Páez degli incarichi di primo piano. Il leader degli llaneros (mandriani a cavallo) venezuelani fu nominato comandante della cavalleria indipendentista; inoltre, gli fu concesso il privilegio di poter continuare ad avere una propria “guardia personale” a cavallo, cosa non permessa a nessun altro comandante militare. Tuttavia, a differenza del Libertador che sognava la nascita di una confederazione panamericana, i caudillos Santander e Páez non avevano alcuna intenzione di rinunciare al potere che erano riusciti a ricavare per loro stessi su scala locale; entrambi auspicavano che la Nuova Granada e il Venezuela rimanessero due stati indipendenti, in modo da poterne assumere il controllo una volta sparito di scena l’ingombrante Libertador. Nel febbraio 1819, però, quest’ultimo era all’apice del proprio potere personale e poteva contare su una netta maggioranza in seno al congresso di Angostura; quest’ultimo fu aperto da un celebre discorso pubblico pronunciato da Bolívar, avente un chiaro carattere programmatico e che ebbe grandissima diffusione in forma scritta. Il discorso di Angostura formalizzò in maniera definitiva le volontà di Bolívar, che furono semplicemente accettate e ratificate dal Congresso senza che ci fosse la possibilità per le minoranze di esprimere il loro dissenso.
La nuova costituzione che venne scritta in quei giorni era in tutto e per tutto bolivariana, contemplando i seguenti punti principali: la nascita di una nuova repubblica federale nota come Gran Colombia, la nomina a presidente del nuovo stato di Simon Bolívar e la nomina a vice-presidente di Santander. La Gran Colombia, da un punto di vista amministrativo, sarebbe stata suddivisa in tre “vice-presidenze” o dipartimenti: Cundinamarca (Nuova Granada), Venezuela e Quito (Ecuador, ancora da strappare agli spagnoli); il nuovo stato federale avrebbe lasciato ampia autonomia locale alle tre vice-presidenze, ma avrebbe controllato direttamente tutte le questioni afferenti la sfera militare ed economica. I risultati del congresso di Angostura lasciarono particolarmente scontento Páez, poiché egli venne solo messo a capo della “vice-presidenza” venezuelana, mentre Santander ricevette l’incarico di vice-presidente dell’intera Gran Colombia. Stando alla nuova costituzione, in caso di morte improvvisa del presidente della Repubblica, a succedergli direttamente sarebbe stato il suo vice: si trattava quindi di un incarico di grande responsabilità, considerando che il Libertador era praticamente sempre lontano dal territorio grancolombiano poiché impegnato a combattere contro gli spagnoli. In effetti, per gran parte degli anni a seguire, Santander rimase a governare da Bogotá, mentre Bolívar e Páez continuarono le campagne indipendentiste. Essendo venezuelano, Libertador aveva sempre avuto una certa difficoltà a farsi riconoscere come leader militare assoluto dalle autorità politiche della Nuova Granada; fu questo, molto probabilmente, il motivo per cui decise di dare la vice-presidenza della Gran Colombia a Santander e non a Páez. La nuova costituzione scritta ad Angostura fu formalmente promulgata solo nel 1821, dopo la convocazione di un nuovo congresso federale a Cúcuta: nel frattempo gli spagnoli erano stati espulsi dal Venezuela, e anche Panama si era rivoltata contro la Spagna in vista di una futura annessione alla Gran Colombia.