Ancora sui Norsa, Mantova e la chiesa della Madonna della Vittoria (secc. XIV-XV)
Ancora sui Norsa, Mantova e la chiesa della Madonna della Vittoria (secc. XIV-XV)
Premessa
Il legame tra Mantova e i Norsa, famiglia prolifica, di ramificazioni molteplici e cosmopolite, si protrasse lungo i secoli, dal basso Medioevo fino all’età contemporanea. In quest’ultimo periodo, prima che la Comunità virgiliana si sfaldasse a vantaggio di quella milanese, è solidamente testimoniata anche una sorta di colonizzazione demografica. Un censimento operato nel 1821 per conto del governo asburgico indicava infatti che su una popolazione complessiva di 1925 persone esistevano 336 individui, pari ad oltre il 17% degli abitanti di etnia ebraica, che di cognome facevano Finzi oppure Norsa. I 171 Norsa, con una sola eccezione, erano nati a Mantova. In questo saggio viene ricostruita parte della loro storia, dalle origini alla fine del XV secolo.
Ancona, Roma, Rimini, Padova
Nel tuttora fondamentale studio sull’omonima famiglia Paolo Norsa segnala come gli interessi economici di Norsa e Finzi si saldino almeno dal secondo Trecento, convergano sulla Padova dei Carraresi e si diramino nel Mantovano, ed oltre. Manuele di Gennatano, la persona cui è ricondotto l’inizio del radicamento virgiliano della famiglia, è ricordato in una scrittura notarile patavina del 1369 come ebreo di Roma. Rimini, dove Manuele era detto risiedere, costituiva la tappa di un percorso più lungo, che sappiamo comprendere Ancona; resta invece indefinito il legame con Norcia. Intorno agli anni Venti del XV secolo i suoi figli e figliastri, conosciuti come da Norsa, continuavano a vivere nella città malatestiana. La presenza di ebrei riminesi e marchigiani in società commerciali, o di banco, sorte nel Mantovano dalla fine del Trecento è abbastanza frequente e potrebbe essere giustificata, oltre che dagli usuali vincoli di parentela e di affari che si intrecciavano all’interno del mondo mosaico, anche dalla saldezza dei legami istituzionali, e di sangue, esistenti tra le signorie delle due città. Margherita Malatesta era infatti la seconda moglie di Francesco I Gonzaga; suo fratello Carlo, signore di Rimini, fu vicario di Mantova nel 1407, e tutore del loro figlio, Gian Francesco. Quest’ultimo, a propria volta, sposò Paola, figlia di Malatesta Malatesta, signore di Fano, e fratello di Carlo e Margherita. È possibile, come si verificò per Ferrara, che, anche in questo caso, il canale e gli interessi signorili abbiano costituito un tramite per la creazione, o il consolidamento, di connessioni economiche o parentali tra i gruppi ebraici legati a queste realtà protostatuali ed alle loro signorie.
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