Presentazione di una ricerca e prospettive di promozione del territorio della Sabina

Presentazione di una ricerca e prospettive di promozione del territorio della Sabina

Abstract: La ricerca storica Esperienze religiose, luoghi sacri, culti e storia del territorio in Sabina e nel Reatino, ha come caratteristica principale quella di far incontrare e rendere efficaci ricerca scientifica e tecnologia digitale.
La ricerca si ispira ai principi del così detto spatial turn, e si inquadra a pieno titolo nel crescente interesse della storiografia per il rapporto tra uomo e spazio nel medioevo che si può riscontare negli ultimi decenni ed è finalizzata alla conoscenza della storia religiosa del territorio reatino e sabino dal tardoantico all’età moderna e alla valorizzazione del patrimonio storico, artistico e demoantropologico con particolare riferimento alla storia della santità, del culto dei santi, dei luoghi sacri e delle espressioni della devozione.

In queste pagine si intende presentare brevemente la ricerca storica Esperienze religiose, luoghi sacri, culti e storia del territorio in Sabina e nel Reatino, che ha come caratteristica principale quella di far incontrare e rendere efficaci ricerca scientifica e tecnologia digitale.

La ricerca, coordinata da chi scrive insieme a Sofia Boesch Gajano e Tersilio Leggio del Centro Europeo di Studi Agiografici di Rieti e realizzata grazie alla collaborazione di un’équipe di giovani studiosi, è stata resa possibile grazie al decisivo impulso dato dal Prof. André Vauchez, già direttore dell’Ecole française de Rome e membro dell’Accademie de France. La ricerca si colloca, infatti, all’interno del tema generale “dai santi ai santuari”, lanciato da André Vauchez, vincitore del Premio Balzan 2013. Il progetto è stato elaborato dal Dipartimento di Storia, culture, religioni di Sapienza-Università di Roma e dal Centro Europeo di Studi Agiografici e prevede programmaticamente la possibilità di un ampio spettro di collaborazioni e una rete di enti ed istituzioni pubbliche e private, civili ed ecclesiastiche, quali: il Master in Digital Heritage. Cultural communication through digital technologies di Sapienza-Università di Roma; il laboratorio Archeo&Arte 3D presso Digilab che collabora alla elaborazione informatica e digitale; l’Associazione Italiana, per lo Studio dei Santi, dei Culti e dell’Agiografia; la Biblioteca Comunale Paroniana di Rieti; la badia di Santa Maria di Farfa.

Il progetto trae il suo fondamento da due principali ambiti di ricerca: l’impresa relativa ai santuari, che ha preso le mosse dal progetto di ricerca L’espace, l’homme et le sacré dans le monde méditerranéen, che ha caratterizzato la direzione di André Vauchez all’Ecole française de Rome (1995-2003); collegato a questo progetto è stato dal 1997 il Censimento dei santuari cristiani d’Italia dall’antichità ai giorni nostri frutto di una lunga e approfondita indagine collettiva e della collaborazione tra l’Ecole française de Rome e una serie di università italiane, enti di ricerca e istituzioni centrali dello Stato italiano che hanno realizzato le numerose indagini relative alla storia del territorio reatino-sabino, nei suoi aspetti istituzionali, sociali, religiosi, particolarmente fecondi per l’età medievale (da ricordare in particolare le ricerche di Tersilio Leggio), come pure quelle volte alla conoscenza del patrimonio storico-artistico e demoantropologico, che costituisce una fonte importante per la storia della santità e del culto dei santi.

Si sono già svolti alcuni incontri di ricerca e seminari a Rieti, poggio Mirteto e Roma. Al termine della ricerca è previsto un convegno finale.

La ricerca è finalizzata alla conoscenza della storia religiosa del territorio reatino e sabino dal tardoantico all’età moderna e alla valorizzazione del patrimonio storico, artistico e demoantropologico con particolare riferimento alla storia della santità, del culto dei santi, dei luoghi sacri e delle espressioni della devozione.

Dunque un’amplissima dimensione diacronica e una programmatica non delimitazione dello spazio geografico di indagine. Nel senso che voler delimitare l’area della ricerca con confini aprioristici, posticci o comunque non pienamente corrispondenti agli oggetti di indagine avrebbe rischiato di inficiare i risultati sin dall’impostazione.

Se dunque l’area di indagine individuata è più o meno quella di Rieti e provincia, i confini nell’ampio periodo scelto non sono rigidi bensì risultano mutevoli e tengono presente oltre alla diocesi, anche il comitatus; empiricamente si può dire che si tratta di un confine in divenire dal tardoantico all’età moderna.
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