Anna Maria Isastia. Storia di una famiglia del Risorgimento. Sarina, Giuseppe, Ernesto Nathan, Università Popolare di Torino, 2010



Anna Maria Isastia. Storia di una famiglia del Risorgimento. Sarina, Giuseppe, Ernesto Nathan, Università Popolare di Torino, 2010
Abstract: Sara Nathan, con le tante vicende che hanno caratterizzato la sua intensa vita, può essere considerata come un esempio paradigmatico di quanto la storia del Risorgimento non sia fatta solo di battaglie, accordi, politica, imprese compiute da "eroi e padri della Patria" ma anche storia di donne (una realtà che, a ragione, sta conquistando sempre più lo spazio dovuto nel multiforme campo della ricerca storica) e di personaggi solo apparentemente "minori".

Sara Nathan, con le tante vicende che hanno caratterizzato la sua intensa vita, può essere considerata come un esempio paradigmatico di quanto la storia del Risorgimento non sia fatta solo di battaglie, accordi, politica, imprese compiute da “eroi e padri della Patria” ma anche storia di donne (una realtà che, a ragione, sta conquistando sempre più lo spazio dovuto nel multiforme campo della ricerca storica) e di personaggi solo apparentemente “minori”.

Questo volume ripercorre la storia di Sara e della sua famiglia, compresa quella del figlio Ernesto, che ricoprirà la carica di sindaco di Roma dal 1907 al 1913 e che ancora oggi (e non a caso, crediamo) viene indicato come esempio di un modo di gestire – da laico “illuminato” – una città difficile e particolare come Roma.
Sara Nathan, con le tante vicende che hanno caratterizzato la sua intensa vita, può essere considerata come un esempio paradigmatico di quanto la storia del Risorgimento non sia fatta solo di battaglie, accordi, politica, imprese compiute da “eroi e padri della Patria” ma anche storia di donne (una realtà che, a ragione, sta conquistando sempre più lo spazio dovuto nel multiforme campo della ricerca storica) e di personaggi solo apparentemente “minori”.

Questo volume ripercorre la storia di Sara e della sua famiglia, compresa quella del figlio Ernesto, che ricoprirà la carica di sindaco di Roma dal 1907 al 1913 e che ancora oggi (e non a caso, crediamo) viene indicato come esempio di un modo di gestire – da laico “illuminato” – una città difficile e particolare come Roma.

«Sarina Nathan, una madre mazziniana» si sarebbe potuto titolare il libro perché, a ben guardare, è lei l’indiscussa protagonista e motore pulsante di una famiglia che ha – fino in fondo – realizzato l’ideale mazziniano della «vita come dovere e missione», fino ad arrivare ad identificarsi totalmente nel progetto politico ed educativo di Giuseppe Mazzini.

Difficile scindere privato e pubblico nella sua vita: in prima linea come collaboratrice e organizzatrice, è lei che mobilita, incoraggia, stimola ed entusiasma tutti coloro che la seguono e l’aiutano a materializzare mille progetti, iniziative, idee. Ma, allo stesso tempo, riesce anche ad essere madre amorevole e grande educatrice. Una donna completa, insomma, un esempio vivente per la famiglia e per chi la frequenta, in una parola un “modello”.

La ricostruzione dei profondi legami da lei creati con i figli e Giuseppe Mazzini si dipana nel corso del libro con esiti affascinanti e imprevedibili. Convinta che il problema educativo sia centrale nell’Italia appena unificata, sulle orme appunto di Mazzini, molte delle sue energie saranno spese in questa direzione che finirà per coinvolgere a pieno in primis Giuseppe ed Ernesto. Proprio quest’ultimo, come accennato, negli anni del suo governo della città di Roma riuscirà di fatto nel difficile compito di non tradire l’eredità materna e di cercare di «educare il popolo alla religione del progresso».

Frutto di uno scavo lungo e accurato negli archivi di tutta Italia, di letture approfondite (si guardi l’ampia bibliografia) e soprattutto dello studio paziente delle lettere personali, il volume ci offre un quadro vivido della vita privata e sociale di Sarina – come da tutti veniva chiamata – e della sua famiglia: le amicizie, le frequentazioni, gli interessi politici e gli stretti rapporti che li legavano a Mazzini e a molti dei principali esponenti della politica italiana del periodo, sono descritti e spiegati con chiarezza e dovizia di particolari.

Appartenente ad una modesta famiglia ebraica, Sara si sposò giovanissima, all’età di 16 anni, con un banchiere tedesco dal quale ebbe numerosi figli. Trasferitasi a Londra, la sua casa diventa il centro di ritrovo dei tanti esuli italiani, primo fra tutti Giuseppe Mazzini con cui avrà una intensa e lunga amicizia destinata a segnare, come detto, gran parte della sua vita e delle sue scelte.

Finanziatrice diretta, ma allo stesso tempo capace di coinvolgere altri patrioti nella raccolta dei fondi necessari alle tante imprese e iniziative, il suo sostegno alla causa del Risorgimento non fu certo solo “ideale” ma sostanziale, ed è questo che ne fa una protagonista assoluta, sebbene precedenti ricerche piuttosto approssimative sulla sua biografia non siano riuscite a porre in evidenza questo aspetto fondamentale.

Rimasta vedova a 40 anni, eredita dal marito una vera e propria fortuna ed inizia da questo momento un lungo pellegrinaggio attraverso l’Italia: Milano, Pisa, Firenze (ma anche una lunga parentesi a Lugano) e, a partire dal 1871, Roma. Ed è proprio a Roma che Sarina, assistita dai figli, spenderà le ultime energie per cercare di dare una risposta concreta alle mille situazioni di degrado, analfabetismo e alla difficile condizione femminile; un percorso, questo, destinato ad essere seguito anche dal figlio, negli anni della guida della città eterna, che certo non poteva dimenticare l’insegnamento morale di una donna e madre che tanto si era spesa nel dare forma reale agli ideali mazziniani.

Come appare chiaramente nelle pagine di questa ricerca, Sara Levi Nathan non è stata certo personaggio di secondo piano ma protagonista assoluta di una grande storia che inizia da quella di una famiglia legata da profondo affetto e da comuni ideali che molto ha dato all’Italia risorgimentale.