La grande biblioteca d’Italia. Bibliotecari, architetti e artisti all’opera: 1975-2015

La grande biblioteca d’Italia. Bibliotecari, architetti e artisti all’opera: 1975-2015


Abstract:

La Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, fondata nel 1876 e ospitata allora nell’edificio del gesuitico Collegio Romano, nel 2015 ha celebrato i 50 anni dall’inizio dei lavori di costruzione della nuova, attuale sede di Castro Pretorio (1965), e al tempo stesso i 40 anni dalla sua inaugurazione e riapertura al pubblico (1975). Questo lungo percorso è ricordato ora in uno spazio espositivo permanente creato ad hoc nel grande atrio dell’edificio, nell’intento di realizzare un’introduzione alla storia della biblioteca, ai suoi tesori bibliografici, alle opere d’arte in essa contenute e al “contenitore” stesso, esempio forse sottovalutato di architettura razionalista da iscrivere nel cosiddetto International style.

La Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, fondata nel 1876 e ospitata allora nell’edificio del gesuitico Collegio Romano, nel 2015 ha celebrato i 50 anni dall’inizio dei lavori di costruzione della nuova, attuale sede di Castro Pretorio (1965), e al tempo stesso i 40 anni dalla sua inaugurazione e riapertura al pubblico (1975). Questo lungo percorso è ricordato ora in uno spazio espositivo permanente creato ad hoc nel grande atrio dell’edificio, nell’intento di realizzare un’introduzione alla storia della biblioteca, ai suoi tesori bibliografici, alle opere d’arte in essa contenute e al “contenitore” stesso, esempio forse sottovalutato di architettura razionalista da iscrivere nel cosiddetto International style.

Per il nuovo edificio della biblioteca fu infatti bandito un concorso nel 1959, cui parteciparono i più importanti architetti italiani dell’epoca; inoltre, la nuova sede si caratterizzò fin dall’inizio come luogo di valorizzazione e fruizione dell’arte contemporanea: alla costruzione dell’edificio seguì nel 1970 un bando per l’ideazione e la realizzazione di opere d’arte (ai sensi della L.717/1949, cosiddetta “legge 2%”, per cui laddove si costruisse un edificio pubblico si doveva destinare al suo “abbellimento” con opere d’arte una quota non inferiore al 2% della spesa totale prevista). Il bando prevedeva sette sculture in travertino o peperino e quattro in metallo per i giardini; per gli interni una grande scultura in metallo, tre arazzi e due affreschi. Queste opere furono realizzate da importanti artisti contemporanei: per le sculture Osvaldo Calò, Saverio D’Eugenio, Oreste Dequel, Silvio Olivio, Ariosto Trinchera, Luigi Venturini, Raul Vistoli, Franco Cannilla, Carlo Carchietti, Pietro Consagra, Augusto Vanarelli, Aldo Caron; per gli arazzi Afro e Caporossi; per gli affreschi Anna Romano, che realizzò anche il grande soffitto in legno per la Sala conferenze.

L’attuale sede della biblioteca dunque, oltre a rappresentare un momento di sintesi – tanto importante quanto finora poco valorizzato – di alcune tendenze del dibattito architettonico del secondo dopoguerra, è anche contenitore di uno “spaccato” delle correnti artistiche più rappresentative degli anni Sessanta-Settanta del secolo scorso. In occasione della realizzazione dello spazio espositivo, inaugurato il 25 febbraio scorso, è stato anche creato un percorso attraverso le opere d’arte, visitabile a richiesta previo appuntamento.

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