La trascrizione delle lingue dei segni tra notazione linguistica e scrittura

La trascrizione delle lingue dei segni tra notazione linguistica e scrittura

Abstract: La lingua dei segni (LS) è la lingua visivo-gestuale usata da molte persone sorde nella comunicazione quotidiana. Il primo tentativo di descrizione e trascrizione formale della LS è contenuto nell’articolo capostipite dello studioso statunitense William Stokoe (1960). L’opera contiene una prima proposta di metodo per lo studio di questa lingua e una proposta di notazione fonologica della stessa, attraverso simboli volti a fermarne su carta le movenze. In questa sede si ripercorre la storia della notazione e trascrizione delle LS da Stokoe ad oggi e la maniera in cui la diffusione delle tecnologie di comunicazione sta facendo emergere spontaneamente un altro sistema per “fermare” il segnato, ovvero le video-registrazioni.

Sign language is the visual-gestural language used by many deaf people in daily communication. The first attempt to describe and formally transcribe sign language was published in the first article on the topic, by the American researcher William Stokoe (1960). It offers a first suggestion of a methodology to study and transcribe this language phonologically, using symbols aimed at fixing its moves on paper. This article covers the history of sign language notation and its transcription from Stokoe’s to present, and the way in which communication technology is helping the emergence of another system to “fix” sign language; video-recording.

La lingua dei segni è il sistema di comunicazione visivo-gestuale usato prevalentemente da persone sorde che, attraverso il suo uso quotidiano, costruiscono la propria identità culturale. Il primo tentativo di descriverne – e trascriverne – le caratteristiche linguistiche si colloca intorno al 1960, anno in cui lo studioso statunitense William Stokoe pubblicò Sign Language Structure: An Outline of the Visual Communication Systems of the American Deaf. In linea con le teorie linguistiche in voga nel periodo, Stokoe delineò un metodo per identificare e distinguere i parametri minimi (cheremi) della American Sign Language (ASL) e, contestualmente, introdusse una forma di notazione composta di simboli e grafemi volti a fermarne su carta le movenze (cfr. infra, § 2). Nel tempo, il moltiplicarsi degli studi sulle lingue dei segni, la scoperta dell’importanza di ulteriori parametri (come la posizione, la direzione e la velocità del movimento delle mani, nonché il ritmo stesso del segnato e le espressioni facciali che lo accompagnano), hanno sollecitato molteplici proposte di notazione grafica, più o meno “iconica”, alcune delle quali hanno costituito una vera e propria tradizione di studi. Per questioni di spazio e di coerenza dell’argomentazione, in questa sede verranno riportati solo quelli più consolidati.

A partire dai metodi di trascrizione più astratti, come la notazione Stokoe e le sue derivazioni (HamNoSys, cfr. infra, § 3) si è arrivati a sistemi con un grado di iconicità maggiore, come il SignWriting (cfr. infra, §§ 3 e 4). Quest’ultimo, introdotto nel 1973 da Valerie Sutton per annotare i movimenti e le posizioni della danza, è stato adattato con l’idea di individuare, per la lingua dei segni, un vero e proprio sistema di scrittura, comparabile a quelli in uso per il parlato. Come la scrittura, anche il SignWriting potrebbe stimolare lo sviluppo di abilità metalinguistiche sulle lingue dei segni, che le persone sorde potrebbero utilizzare per rinforzare le proprie capacità di lettoscrittura del parlato, competenza nella quale i sordi sono notoriamente deboli (cfr infra, § 4).

Tuttavia, mentre una parte della ricerca sui metodi di trascrizione della lingua dei segni si concentra su vecchi e consolidati strumenti come carta e penna, la comunità segnante sembra aver trovato un altro strumento con il quale “fissare” i propri pensieri: le video-registrazioni. L’uso sempre più estensivo di queste ultime per condividere le proprie opinioni all’interno della comunità sorda, attraverso l’uso di tecnologie della comunicazione sempre più connesse, sembra risuonare con la riflessione di Walter Ong sull’origine visiva delle idee e sulla scrittura come “tecnologia della parola”. Le conclusioni sono dunque dedicate al modo in cui la ritrovata consapevolezza linguistica dei sordi segnanti, combinata allo sviluppo delle tecnologie della comunicazione, sembra aver creato spazio per una nuova accezione di scrittura quando riferita alle lingue dei segni (cfr. infra, §5).

M_Tagarelli_De-Monte_Quale-_scrittura_-per-le-lingue-dei-segni_29_01-