La stesura di The Italian Inquisition (Yale UP, 2009) e la sua traduzione, Storia dell’Inquisizione in Italia, curata e tradotta da Gian Luca D’Errico (Carocci, 2013)


Abstract: Christopher Black racconta come è stato ideato e scritto il libro The Italian Inquisition.

Perché ho scritto questo libro?

La proposta di scrivere un libro sull’Inquisizione in Italia mi è giunta da Heather
McCallum, curatrice della collana di Storia presso la Yale University Press di Londra. Ci
conoscevamo da diversi anni, quando lei lavorava per altre case editrici e io seguivo altri
progetti. Sapeva che i miei studi erano stati pubblicati e mi chiese se avessi una nuova idea
su cui lavorare ora che mi apprestavo ad andare in pensione. In caso contrario, mi
proponeva di scrivere sulle inquisizioni o sulla Repubblica di Venezia, dato che avevo
tenuto con entusiasmo dei corsi su questi argomenti. Avevo un programma diverso per la
mia imminente pensione, un libro sulla cultura religiosa in Italia dopo il Concilio di Trento,
che altro non era se non l’approfondimento di un capitolo (e di altre sezioni) del mio libro
Church, Religion and Society in Early Modern Italy. Heather era riluttante ad accettare la
mia idea (in parte perché avrebbe richiesto svariate illustrazioni), così ho ceduto alla
tentazione di scrivere sull’Inquisizione/i in Italia. Abbiamo valutato se fosse meglio che mi
occupassi della sola Inquisizione romana, o includessi anche i rami dell’Inquisizione
spagnola in Sicilia e in Sardegna, e la complessa e intricata situazione del Regno di Napoli.
Abbiamo convenuto che mi sarei occupato del quadro più ampio, dando però priorità
all’Inquisizione romana e alla supremazia papale, evidenziando le differenze con il sistema
spagnolo e la situazione mista (Inquisizione di tipo episcopale medievale con qualche
interferenza da Roma), quando ciò si dimostrasse utile per capire il funzionamento
dell’Inquisizione romana. Il titolo previsto per il libro era The Inquisitions in Early Modern
Italy.
L’accordo con Yale prevedeva che io scrivessi un testo di 120-130.000 parole in due o
tre anni. Dovevo tenere in considerazione una vasta gamma di lettori: gli esperti di storia
della chiesa italiana, dei tribunali dell’Inquisizione, o di alcune specifiche tipologie di
tribunali, dei meccanismi giudiziari di Antico regime; coloro che conoscevano la più nota
Inquisizione spagnola; studenti universitari vicini alla laurea che studiavano i diversi
aspetti, religiosi, politici, sociali e culturali della storia italiana agli inizi dell’età moderna;
alcuni lettori “generali”, parimenti interessati a questo periodo storico.

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