Il ministero degli Esteri di fronte all’applicazione delle leggi antisemite del 1938


Abstract: L’articolo presenta i primi risultati di una ricerca in corso sull’applicazione della legislazione antisemita all’interno del ministero degli Esteri, frutto di un ampio sondaggio archivistico che ha fornito notizie inedite nonostante parte dei materiali siano ancora non consultabili. In questa sede vengono sinteticamente ripercorsi i profili e le vicende dei sette funzionari espulsi, in attesa di concludere la ricostruzione analitica delle conseguenze della persecuzione sul personale non di ruolo.

L’articolo intende presentare i primi risultati di una ricerca in corso sull’applicazione della legislazione antisemita all’interno del ministero degli Esteri. Si tratta di un’indagine complessa, date la partecipazione di vari uffici e la corrispondenza che intercorse con altri settori dell’amministrazione; è stato dunque avviato un ampio sondaggio archivistico, vista la necessità di recuperare una documentazione disseminata in vari fondi conservati presso l’Archivio storico diplomatico e presso l’Archivio centrale dello Stato. Parte dei materiali risulta oltretutto ancora non consultabile o, come nel caso del fondo Direzione generale per la demografia e la razza del ministero dell’Interno, caratterizzata da significative lacune. In questa sede verranno sinteticamente ripercorsi i profili e le vicende dei sette funzionari espulsi, mentre è ancora in corso una ricostruzione analitica dell’impatto della persecuzione sull’articolato insieme costituito dal personale non di ruolo, che si componeva di docenti e impiegati incaricati, di avventizi, ma anche di collaboratori a vario titolo degli enti e delle organizzazioni fasciste all’estero posti sotto la supervisione delle autorità diplomatiche.
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