Pierantonio Piatti, Il movimento femminile agostiniano nel Medioevo. Momenti di storia dell’Ordine eremitano, Città Nuova, 2007



Pierantonio Piatti, Il movimento femminile agostiniano nel Medioevo. Momenti di storia dell’Ordine eremitano, Città Nuova, 2007
Abstract: Nel corso di una trentina di anni di docenza universitaria, ho accompagnato la stesura di oltre 100 tesi di laurea (Pisa, Pavia-Cremona, Urbino), alcune delle quali hanno rinnovato un preciso argomento storico e sono state giudicate degne di stampa. Quindi, quando la mia invincibile curiosità mi mette tra le mani una pubblicazione universitaria coraggiosa e originale, esulto di gioia. Perciò sono rimasto senza parole leggendo con simpatia il titolo di una tesi di laurea, guidata dalla collega Anna Benvenuti, della università di Firenze e discussa nel 2002. Qualche mentalità in crisi depressiva, reagirà frettolosamente, con sconcertante allergia nei confronti di un "delictum juventutis" inatteso.

Nel corso di una trentina di anni di docenza universitaria, ho accompagnato la stesura di oltre 100 tesi di laurea (Pisa, Pavia-Cremona, Urbino), alcune delle quali hanno rinnovato un preciso argomento storico e sono state giudicate degne di stampa. Quindi, quando la mia invincibile curiosità mi mette tra le mani una pubblicazione universitaria coraggiosa e originale, esulto di gioia. Perciò sono rimasto senza parole leggendo con simpatia il titolo di una tesi di laurea, guidata dalla collega Anna Benvenuti, della università di Firenze e discussa nel 2002. Qualche mentalità in crisi depressiva, reagirà frettolosamente, con sconcertante allergia nei confronti di un “delictum juventutis” inatteso. Tutto è attentamente documentato, provato, suggerito, ricorrendo all’apposita trattatistica eremitana delle origini, in cui compaiono tante figure di mulieres religiosae, di bizzocche, di moniales, di laiche e di beghine devote, di pinzocchere e di mantellate, di repentutae (peccatrici pentite) che, lentamente e quasi insensibilmente, diverranno “agostiniane”. Le attestazioni del Bullarium Ordinis sancti Augutini non sono sempre un indizio di sicura identità. Per affrontare lo spinoso interrogativo di una identità femminile agostiniana nel Medioevo, due requisiti preliminari erano consigliati: non essere donna, e non essere in collegamento giuridico con l’istituzione agostiniana. Lo studente Piatti era, in qualche modo, predestinato per dedicare alcuni anni di vita ad una indagine storiografica che richiedeva libertà mentale e capacità analitica, il cui frutto è il presente volume che delinea alcuni “momenti di storia dell’ Ordine eremitano” femminile. Con fondatezza, Piatti si è accorto che, soltanto dalla metà del secolo XIV, queste “religiosae mulieres” entrano in collegamento con un Ordine agostiniano maschile, confederazione nata grazie alla celebre Grande Unione del 1256. Non è sempre facile conoscere la sostanza di un’osservanza che non è automaticamente fissata dall’applicazione rigorosa di una Regola: si ricordi che, dal secolo IX, i monaci vivevano secondo la Regola di S. Benedetto, mentre ai canonici si applicava la Regola di S. Agostino. Alcune incertezze di questo genere si rintracciano nella redazione delle Vite agiografiche, che non autorizzano ad inquadrare in strutture giuridiche moderne. Sono noti gli esempi problematici di Chiara di Assisi e di Chiara di Montefalco, di Verdiana da Castelfiorentino e di Margherita da Cortona: anche qui, la delicatezza della presentazione agiografica evita di cedere ad assimilazioni e a generalizzazioni affrettate. La devozione per santa Maria Maddalena, già insegnata dal prof. Victor Saxer, illustra la complessità di un problema tipico della religiosità medievale, ben oltre le qualifiche giuridiche e istituzionali.

Occorreva la forte guida della prof. Benvenuti per incoraggiare Piatti ad approfondire tranquillamente un interrogativo essenziale: esisteva un “movimento femminile agostiniano nel Medioevo”? Tra i suoi pregi, questo saggio supera il livello di un onesto elaborato che mette il punto conclusivo di un percorso accademico; invece esso delinea, senza pretese apologetiche cattedratiche, ma, su nuove basi e con completezza informativa, alcuni momenti di una sperimentazione religiosa vissuta in prima persona, da tante donne, dal secolo XIV in poi.