La Gran Colombia (1819-1830): nascita e crisi di un’utopia politica. Storia diplomatico-militare di una nazione scomparsa


Abstract: L’articolo propone un’analisi dei processi storici vissuti dalla Gran Colombia tra il 1819 e il 1830 dal punto di vista della storia diplomatica e della storia militare. La confederazione di stati creata in America Latina da Simón Bolívar nel corso delle guerre di indipendenza combattute contro la Spagna ebbe da subito una vita molto travagliata: i tre dipartimenti che la componevano, molto diversi tra loro, avevano interessi economici contrastanti ed erano sotto l’influenza politica di caudillos determinati ad aumentare il loro potere personale. Il Libertador tentò in ogni modo di far sopravvivere la propria “creatura” per alimentare le utopie panamericane, riuscendo a vincere una difficile guerra combattuta contro il Perù e facendo rientrare una prima ribellione venezuelana; alla fine, però, le spinte secessioniste prevalsero portando alla dissoluzione della Gran Colombia e alla nascita di tre nuove nazioni: Colombia, Venezuela ed Ecuador.

Premessa

Il presente contributo è volto a ricostruire, mediante l’utilizzo di numerose fonti primarie poco conosciute e di un’opera storiografica inedita, le vicende politico-militari vissute dall’effimera confederazione della Gran Colombia negli anni 1819-1830. In particolare, l’analisi di questi eventi storici sarà svolta seguendo due piani paralleli strettamente collegati tra di loro: quello della storia diplomatica e quello della storia militare.

La Gran Colombia: un sogno bolivariano? 

Nel 1816 Simón Bolívar, dopo aver cacciato le truppe spagnole dalla Nuova Granada (attuale Colombia), intraprese la liberazione della propria terra natale; dopo una serie di scontri molto duri e dopo aver fronteggiato difficoltà di ogni tipo, a inizio 1819 il Libertador aveva praticamente concluso l’occupazione del Venezuela. Fu così che nel febbraio di quell’anno nella città di Angostura (oggi Puerto Bolívar, 600 chilometri a sud di Caracas) fu convocato un congresso, formato da delegati provenienti da tutti i dipartimenti liberati della Nuova Granada e del Venezuela: nelle intenzioni di Bolívar esso avrebbe dovuto avere un carattere costituente, cioè avrebbe dovuto formalizzare l’unificazione della Nuova Granada e del Venezuela in un singolo stato e avrebbe dovuto dare a quest’ultimo una costituzione democratica. Da lungo tempo il Libertador aveva in mente di creare uno stato federale in America latina, sul modello degli Stati Uniti: secondo la sua visione politica, infatti, solo unificandosi tra di loro le ex-colonie spagnole di quel continente avrebbero potuto contrastare l’espansionismo regionale del Brasile (che all’epoca era ancora saldamente sotto il controllo portoghese) e quello coloniale delle potenze europee. Fin dall’inizio la visione politica panamericana di Bolívar fu in parte un’utopia, dato che già prima del 1816 alcuni paesi come il Messico o l’Argentina avevano sviluppato dei propri caratteri “nazionali” ben precisi. Nella parte settentrionale dell’America latina, però, i progetti del Libertador poterono diventare realtà grazie al predominio delle sue forze armate. A inizio 1819 gli spagnoli controllavano ancora alcune regioni secondarie del Venezuela ed erano solidamente attestati in Ecuador: nessuno dei vari capi rivoluzionari attivi nell’area, escluso Bolívar, aveva le capacità e le risorse per completare il processo indipendentista e, quindi, nessuno di essi osò opporsi almeno per il momento ai suoi disegni.

Prima del congresso di Angostura, la Nuova Granada e il Venezuela furono due stati completamente autonomi tra loro, dotati di propri governi e proprie disposizioni legislative; le forze armate dei due paesi, invece, erano già state unificate in un singolo organismo militare noto come Ejército Libertador e comandato dallo stesso Bolívar. L’esercito unificato di Nuova Granada e Venezuela aveva assorbito al proprio interno i contingenti dei capi rivoluzionari minori, due dei quali si erano messi particolarmente in luce per le operazioni di guerra “non convenzionale” condotte contro gli spagnoli: Francisco de Paula Santander in Nuova Granada e José Antonio Páez in Venezuela. Per assicurarsi la fedeltà di entrambi e per assorbire “pacificamente” le loro forze militari nell’Ejército Libertador, Bolívar assegnò sia a Santander che a Páez degli incarichi di primo piano. Il leader degli llaneros (mandriani a cavallo) venezuelani fu nominato comandante della cavalleria indipendentista; inoltre, gli fu concesso il privilegio di poter continuare ad avere una propria “guardia personale” a cavallo, cosa non permessa a nessun altro comandante militare. Tuttavia, a differenza del Libertador che sognava la nascita di una confederazione panamericana, i caudillos Santander e Páez non avevano alcuna intenzione di rinunciare al potere che erano riusciti a ricavare per loro stessi su scala locale; entrambi auspicavano che la Nuova Granada e il Venezuela rimanessero due stati indipendenti, in modo da poterne assumere il controllo una volta sparito di scena l’ingombrante Libertador. Nel febbraio 1819, però, quest’ultimo era all’apice del proprio potere personale e poteva contare su una netta maggioranza in seno al congresso di Angostura; quest’ultimo fu aperto da un celebre discorso pubblico pronunciato da Bolívar, avente un chiaro carattere programmatico e che ebbe grandissima diffusione in forma scritta. Il discorso di Angostura formalizzò in maniera definitiva le volontà di Bolívar, che furono semplicemente accettate e ratificate dal Congresso senza che ci fosse la possibilità per le minoranze di esprimere il loro dissenso.

La nuova costituzione che venne scritta in quei giorni era in tutto e per tutto bolivariana, contemplando i seguenti punti principali: la nascita di una nuova repubblica federale nota come Gran Colombia, la nomina a presidente del nuovo stato di Simon Bolívar e la nomina a vice-presidente di Santander. La Gran Colombia, da un punto di vista amministrativo, sarebbe stata suddivisa in tre “vice-presidenze” o dipartimenti: Cundinamarca (Nuova Granada), Venezuela e Quito (Ecuador, ancora da strappare agli spagnoli); il nuovo stato federale avrebbe lasciato ampia autonomia locale alle tre vice-presidenze, ma avrebbe controllato direttamente tutte le questioni afferenti la sfera militare ed economica. I risultati del congresso di Angostura lasciarono particolarmente scontento Páez, poiché egli venne solo messo a capo della “vice-presidenza” venezuelana, mentre Santander ricevette l’incarico di vice-presidente dell’intera Gran Colombia. Stando alla nuova costituzione, in caso di morte improvvisa del presidente della Repubblica, a succedergli direttamente sarebbe stato il suo vice: si trattava quindi di un incarico di grande responsabilità, considerando che il Libertador era praticamente sempre lontano dal territorio grancolombiano poiché impegnato a combattere contro gli spagnoli. In effetti, per gran parte degli anni a seguire, Santander rimase a governare da Bogotá, mentre Bolívar e Páez continuarono le campagne indipendentiste. Essendo venezuelano, Libertador aveva sempre avuto una certa difficoltà a farsi riconoscere come leader militare assoluto dalle autorità politiche della Nuova Granada; fu questo, molto probabilmente, il motivo per cui decise di dare la vice-presidenza della Gran Colombia a Santander e non a Páez. La nuova costituzione scritta ad Angostura fu formalmente promulgata solo nel 1821, dopo la convocazione di un nuovo congresso federale a Cúcuta: nel frattempo gli spagnoli erano stati espulsi dal Venezuela, e anche Panama si era rivoltata contro la Spagna in vista di una futura annessione alla Gran Colombia.

 

Gabriele-Esposito-La-Gran-Colombia-nascita-crisi-utopia-politica
Mappa della Gran Colombia nel triennio 1821-1823, tratta dall’ Atlas físico y político de la República de Venezuela, pubblicato da Agostino Codazzi nel 1840. Dopo aver lottato duramente per liberare il Venezuela e la Colombia dal dominio coloniale della Spagna, Simón Bolívar tentò di attuare i propri progetti panamericani creando una confederazione di stati nella parte settentrionale dell’America Latina. Si ebbe così la nascita della Gran Colombia, una nazione destinata a vivere per poco più di un decennio ma che fu un vero e proprio “laboratorio politico” a cui guardarono tutte le giovani repubbliche americane. El Libertador sognava un continente unito sotto un’unica bandiera, che potesse essere competitivo a livello globale e che non dovesse temere la potenza economico-militare delle nazioni straniere; la sua visione politica, però, si dimostrò ben presto utopica a causa dell’emergere di particolarismi regionali e del fenomeno noto come caudillismo. Le ambizioni dei suoi generali, infatti, causarono l’insorgenza di spinte secessioniste irrefrenabili che finirono per causare la scomparsa della Gran Colombia nel 1830. Dalle ceneri della confederazione bolivariana ebbero origine tre stati indipendenti, che nel corso del XIX secolo avrebbero avuto una vita politica interna molto travagliata: Colombia, Venezuela ed Ecuador.