Sponde di memoria. Dal 1943 al 2021, in memoria di Giuseppe Caronia e Eugenio Sonnino: intervista a Evelyne Aouate presidente dell’Istituto siciliano di Studi Ebraici

Sponde di memoria. Dal 1943 al 2021, in memoria di Giuseppe Caronia e Eugenio Sonnino: intervista a Evelyne Aouate presidente dell’Istituto siciliano di Studi Ebraici

Abstract: È una lunga conversazione quella tra Mara Sonnino e la direttrice dell’Istituto Siciliano di Studi Ebraici Evelyne Aouate tra sponde di memoria, appunto. L’opera del Prof. Giuseppe Caronia riconosciuto "Giusto tra le Nazioni" grazie all’immensa gratitudine – e al lavoro di ricostruzione dei fatti – del Prof. Eugenio Sonnino. Dalla fine degli anni Novanta al 6 marzo 2018 conclusasi con l’apposizione della targa in onore di Caronia nel Giardino dei Giusti della città di Palermo. Espressione tangibile del filo robusto e ininterrotto della Memoria collettiva e individuale che intesse una fitta rete di relazioni ed esperienze, ognuna delle quali ci restituisce la vibrante testimonianza di ciò che è stato. Eugenio Sonnino, con pieno spirito di riconoscenza, arricchito da un profondo senso della Giustizia, ha ritenuto doveroso, in ottemperanza al suo paradigma valoriale laico, ebraico, politico, ma soprattutto umano, salvare la memoria di quella vicenda, quella piccola storia nella Storia, per tramandare il ricordo di chi aveva preservato lui, la sua famiglia e molti altri, e far sì che ne venisse riconosciuto il valore etico, storico e civile.

Il lungo viaggio che ha condotto alle giornate palermitane del 6 e 7 marzo 2018 parte da lontano, e trae origine dalle attività volute e promosse dal prof. Eugenio Sonnino, volte alla segnalazione dell’operato del prof. Giuseppe Caronia come persona meritevole di essere iscritta nel “Libro dei Giusti”. Il fine era rendere una testimonianza diretta e di esprimere gratitudine e stima verso il prof. Caronia, autore del salvataggio della famiglia Sonnino e di centinaia di altre persone: ebrei, oppositori politici e persone in pericolo, dai rastrellamenti nazisti a Roma nel 1943.

Luminare e uomo integro, il prof. Caronia pagò a caro prezzo, nel periodo più duro del regime fascista, il suo composto ma fermo diniego alle logiche del tempo; per questo motivo, per anni dovette subire pesanti pressioni sul piano personale e familiare, ma soprattutto odiose ritorsioni a livello professionale, come il suo trasferimento dal reparto di Pediatria a quello di Malattie Infettive e Tropicali presso il Policlinico Umberto I di Roma, provvedimento nato come una “punizione” che però rappresentò la salvezza per moltissime persone.

Il prof. Sonnino con il fratello Giacomo – mio padre – e i loro genitori furono tra coloro che ebbero la fortuna di incontrarlo e di ricevere il suo aiuto, senza il quale molto probabilmente sarebbero stati uccisi o catturati durante la razzia degli ebrei del 16 ottobre del 1943, o nelle settimane successive, per essere deportati verso i lager nazisti ed il loro inenarrabile orrore, viaggio che per moltissimi ebrei fu senza ritorno. Da nipote del prof. Sonnino, mi trovo ad osservare come il percorso che ha portato alla serie delle sue iniziative per il riconoscimento di Giuseppe Caronia come Giusto tra le Nazioni, sia espressione tangibile del filo robusto e ininterrotto della Memoria collettiva e individuale che intesse una fitta rete di relazioni ed esperienze, ognuna delle quali ci restituisce la vibrante testimonianza di ciò che è stato.

Dai racconti dei miei nonni, ascoltati intorno alla tavola negli anni Settanta, al tempo in cui io ero una bambina ed Eugenio Sonnino (Zio Enio, per me) era ancora un giovane e promettente docente universitario, fino ad oggi, questo sentiero luminoso si è allargato sempre di più, integrando in eredità condivisa gli scomparsi, i discendenti, le famiglie, i nomi, gli aneddoti. Ancora oggi, i discendenti della famiglia Caronia e della famiglia Sonnino sono in contatto, sia durante le iniziative pubbliche a Roma o a Palermo, o in privato, semplicemente per gli auguri in occasione delle festività di entrambe le religioni. Eugenio Sonnino, con pieno spirito di riconoscenza, arricchito da un profondo senso della Giustizia, ha ritenuto doveroso, in ottemperanza al suo paradigma valoriale laico, ebraico, politico, ma soprattutto umano, salvare la memoria di quella vicenda, quella piccola storia nella Storia, per tramandare il ricordo di chi aveva preservato lui, la sua famiglia e molti altri, e far sì che ne venisse riconosciuto il valore etico, storico e civile. Lo ha fatto con tenacia, costanza e passione, fin dal 1995. Racconta la moglie Luciana «ricordo le infinite telefonate per ritrovare qualche rappresentante della famiglia Caronia; siccome alcuni suoi tentativi andarono a vuoto, ci rimangono solo alcuni documenti dal 1997 in poi». Tra le preziose carte riordinate da Luciana Di Laudadio vi è una lettera, datata settembre 1997, inviata da Eugenio Sonnino al dr. Mordechai Paldiel, allora Direttore del Department of the Righteous a Gerusalemme, in cui il prof. Sonnino scrive: «Sono molto felice che alla memoria di Giuseppe Caronia venga oggi riconosciuto il titolo di “Righteous among the Nations” (Giusto tra le Nazioni). Essendo oggi io stesso professore nella stessa Università nella quale operò Giuseppe Caronia, penso che la cerimonia di attribuzione assumerebbe un valore ancora più significativo se si svolgesse proprio nell’Università di Roma “La Sapienza”, cioè negli stessi luoghi nei quali realizzò la sua opera di amore e di giustizia».

Il 25 giugno del 1998, con una solenne cerimonia tenutasi nel Senato Accademico dell’Università di Roma «La Sapienza», il prof. Caronia fu insignito dell’onorificenza di “Giusto tra le Nazioni”. Il riconoscimento di “Giusto tra le Nazioni” (“Casidei Umot HaOlam” in ebraico) viene attribuito ai non ebrei che hanno eroicamente rischiato la propria vita per salvare anche un solo ebreo durante la Shoà, perché, come recita il Talmud «Chi salva una vita, salva il mondo intero». I nomi dei Giusti vengono iscritti presso il Memoriale dello Yad Vashem, che significa appunto “Un monumento, un nome”. Il lavoro di diffusione della vicenda “Caronia/Sonnino” ha coinvolto negli ultimi anni varie figure istituzionali, docenti universitari, accademici e studiosi; in particolare il prof. Giovanni Battista Sgritta, Oliviero Casacchia, ‘Rosy’ Protasi, e Micol Ferrara, che da tempo si occupa di diffondere e di accrescere, con pubblicazioni, articoli e convegni in varie città italiane il lavoro sviluppato nell’arco di molti anni dal prof. Sonnino.

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La determinazione di Eugenio Sonnino, nonché la sua fama di studioso, l’indiscussa stima di cui godeva anche sul piano personale ed extraaccademico, hanno consentito che il suo lavoro proseguisse anche dopo di lui. Dal 2012, anno in cui Eugenio ci ha lasciati, le numerose iniziative inerenti la figura del prof. Caronia e il contesto storico della vicenda hanno beneficiato, oltre che della dedizione e del lavoro della moglie Luciana e del contributo del figlio Eliseo, della collaborazione di vari Istituti: la SIDeS, Società Italiana di Demografia Storica (di cui il prof. Sonnino fu co-fondatore), l’ASCER, Archivio Storico della Comunità Ebraica di Roma, nelle persone di Claudio Procaccia e di Silvia Haia Antonucci, curatrice insieme a Micol Ferrara del volume La Punizione che diventò Salvezza (Forum Editrice, 2014) e dell’intervista-documentario ai fratelli Sonnino Non dovevamo essere qui (in allegato alla pubblicazione), l’Istituto Siciliano di studi Ebraici, e molti altri, tra cui Ruth Dureghello, Presidente della Comunità Ebraica di Roma, presente in varie occasioni.

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