Scritture. Teorie e prassi della scrittura tra filosofia, scienza e comunicazione – Prefazione

Scritture. Teorie e prassi della scrittura tra filosofia, scienza e comunicazione – Prefazione

Abstract:

Quando, all’inizio del 2021, mi sono trovata a progettare, insieme a tanti colleghi e colleghe, il lavoro che ora vede la luce, eravamo tutti avvezzi al cosiddetto lavoro a distanza. Era infatti trascorso quasi un anno da quel fatidico 8 marzo 2020 in cui era accaduto l’impensabile: in una frazione piccolissima di tempo storico, ogni libertà ed ogni espressione della vita affettiva, sociale, politica ed intellettuale fatta di corpi/menti che respirano insieme nello stesso spazio, erano state ufficialmente bandite dalla nostra prassi quotidiana. Come in un videogioco distopico tutto improntato alla dissolvenza, sotto i nostri occhi più rassegnati che increduli, erano spariti le persone, le scuole, i teatri, le biblioteche, le università, i mercati, i luoghi di culto, le palestre, gli sport, le passeggiate anche solitarie, i caffè, i ristoranti, le pizzerie. Insomma, erano scomparsi i corpi e il loro portato di amore, contraddizioni, conflitti, caos, ordine, gentilezza, desideri. Erano quindi diventati inutili i luoghi e i non luoghi che a tutto questo normalmente danno spazio. Al posto di tutta questa complessità e diversità, un’unica condizione: la paura e il residuato di una vita comune possibile, lo spazio della propria casa. Il resto, l’alterità, il fuori, il “non-noi“ e, quindi, quel “noi” che non può essere che “altro da noi“, era stato improvvisamente mummificato, posto sullo sfondo, sospeso, rimandato a non si sa quando e come.

Così era stato specificamente “decretato” dall’allora Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, così era inevitabilmente accaduto nei nostri cuori e nelle nostre menti. Come avrebbe potuto essere diversamente in una situazione in cui – a partire dalla fine di quel gennaio 2020 in cui dalla Cina cominciano a circolare notizie ufficiali relative a casi di “polmonite sconosciuta” tra i lavoratori del mercato della città di Wuhan – il nostro immaginario aveva cominciato a essere quotidianamente nutrito di informazioni che narravano solo la morte e il pericolo? Del resto, 7818 casi confermati a livello globale che, in due mesi dai primi contagi avevano interessato 19 paesi, sono i dati sulla base dei quali l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarava (30 gennaio 2020) “Emergenza Sanitaria Pubblica di Portata Internazionale” (PHEIC – Public Health Emergency of International Concern) e, di lì a poco, pandemia (11 marzo 2020), quella che nel frattempo era stata definita “malattia da nuovo Coronavirus” o COVID-19.

Prefazione_SCRITTURE_D_Chirico_26-02