Un’amicizia rivoluzionaria. Le lettere di Albert Soboul a Armando Saitta
Le lettere che Albert Soboul inviò ad Armando Saitta nell'arco di un trentennio (1955-1982) testimoniano innanzitutto la grande amicizia fra i due storici, un sodalizio leale capace di resistere alle avversità e ai fraintendimenti. Ma la ricca corrispondenza lascia anche emergere la ricchezza e la complessità di una tradizione storiografica che metteva al centro della modernità il processo rivoluzionario germinato dal 1789.
La donazione da parte degli eredi dell’archivio privato di Armando Saitta alla Scuola Normale Superiore di Pisa, offre alla comunità degli studiosi l’occasione straordinaria di osservare da un punto di vista privilegiato il panorama intellettuale e storiografico europeo del lungo XX secolo. In particolare, la ricca documentazione accumulata da Saitta (manoscritti, articoli, recensioni e una sterminata serie di corrispondenza con i più grandi storici del suo tempo: a mero titolo di esempio, per rimanere nel campo degli studi rivoluzionari, Georges Lefebvre, Richard Cobb, Delio Cantimori, Alessandro Galante Garrone…) rappresentano un’occasione eccezionale per comprendere il metodo di lavoro di uno dei maggiori storici italiani del Novecento, sicuramente uno fra i massimi studiosi della Rivoluzione francese e del Triennio giacobino in Italia, come a lui piaceva chiamarlo. In questo testo si prenderanno in esame le lettere inviate a Saitta da Albert Soboul, l’ultimo rappresentante della cosiddetta interpretazione classica degli studi sulla Rivoluzione.
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