Alexander Von Humboldt e il viaggio americano
Il 7 giugno del 1799 la corvetta Pizarro salpò dal porto spagnolo di La Coruña, destinazione America del Sud, con un carico assai poco comune: si trattava di numerose casse che contenevano un insieme di delicati strumenti per osservazioni ed analisi scientifiche. C’erano telescopi, microscopi e cronometri; termometri, barometri e igrometri; bussole, sestanti e teodoliti; un laboratorio portatile per le analisi chimiche. Questi preziosi strumenti appartenevano al trentenne naturalista prussiano Alexander von Humboldt, accompagnato dal più giovane amico Aimé Bonpland, botanico.
La famiglia di Humboldt apparteneva alla ristretta cerchia della nobiltà prussiana; alla morte del padre, nel 1779, Alexander e suo fratello Wilhelm (di due anni maggiore, che divenne un famoso linguista e fondò l’università di Berlino) furono affidati ad un precettore colto e intelligente di idee progressiste che curò la loro istruzione classica, permettendo però a Alexander di coltivare gli interessi naturalistici che lo appassionavano. Nel 1787 Alexander continuò i suoi studi a Francoforte sull’Oder e quindi a Gottinga, dove nacque l’amicizia con Johan Georg Forster, di 15 anni maggiore, che esercitò una profonda influenza su di lui. Forster a 18 anni aveva accompagnato il padre nella seconda spedizione di James Cook, e diventerà uno degli animatori del movimento giacobino.
Immagine di copertina, foto di Michal Jarmoluk da Pixabay
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