Musine Kokalari: una memoria restituita


Abstract: La pubblicazione del diario nella collana "La memoria restituita. Fonti per la storia delle donne" è stato il coronamento di un lungo lavoro di ricerca storica, archivistica e antropologica svolto tra Roma e Tirana da Simonetta Ceglie e Mauro Geraci, ed è stato il primo atto di risarcimento alla vita spezzata di Musine.

Quando nel 2012 ci è stata proposta la pubblicazione del diario giovanile di Musine Kokalari, l’Albania stava emergendo allora dal suo isolamento politico e culturale e noi stesse non avevamo una chiara idea di chi fosse l’autrice.

Oggi, grazie al volume La mia vita universitaria edito nel 2016 e alla successiva giornata di studi dedicata alla scrittrice nel 2017 di cui si pubblicano qui gli atti, Musine Kokalari è uscita dal silenzio in cui l’aveva relegata un regime totalitario e repressivo.

Il diario, conservato dai familiari e poi affidato alle cure di Simonetta Ceglie e Mauro Geraci, costituisce la sua autobiografia giovanile. Scritto a Roma e in italiano durante il fascismo e l’occupazione italiana dell’Albania, tra il 1937 e il 1941 mentre la scrittrice albanese studiava Lettere alla Sapienza con i più prestigiosi accademici di allora, il diario testimonia il formarsi di una coscienza critica e di un progetto di democrazia antifascista e antistalinista, che al suo ritorno in patria sarebbe stato annientato dal nascente regime comunista. La sua pubblicazione nella collana La memoria restituita. Fonti per la storia delle donne, da noi fondata e diretta presso l’editrice Viella, è stato il coronamento di un lungo lavoro di ricerca storica, archivistica e antropologica svolto tra Roma e Tirana da Simonetta Ceglie e Mauro Geraci, ed è stato il primo atto di risarcimento alla vita spezzata di Musine. Nel diario l’albanese e musulmana si confronta con un mondo romano, maschile, fascista e cattolico narrato con la curiosità introspettiva dell’intellettuale.

La giornata di studi a lei dedicata, tenutasi presso La Sapienza-Università di Roma, ha permesso di aggiungere altri numerosi tasselli alla ricostruzione non solo del suo percorso umano ed esistenziale ma anche e soprattutto della sua opera, oggi interamente ripubblicata a cura della Biblioteca nazionale di Tirana, mettendone in luce gli aspetti letterari, culturali e antropologici.

Dal sogno universitario, al processo che le fu intentato come “nemica del popolo”, alla reclusione e alla esclusione dalla vita sociale, alla negazione delle cure fino alla tragica e isolata morte, la strategia del silenzio messa in atto dal regime di Enver Hoxha è oggi finalmente infranta. L’Albania nel conferirle il titolo di “Onore della Nazione” la riconosce, infatti, quale prima scrittrice donna della letteratura albanese del Novecento e prima donna dissidente del regime.

20. Kokalari: La consapevolezza della scrittura e la resistenza
1946. Mbrojtja, ms.: la sua difesa in tribunale
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