Dall’osteria al Wine 2.0: la domanda di vino nella società italiana contemporanea


Abstract: Nel saggio si analizzano le differenti fasi che hanno scandito l’evoluzione del consumo del vino in Italia dopo il 1861. Dopo l’unificazione il vino prodotto nel nostro paese era considerato una bevanda di scadente qualità, oggi invece rappresenta il successo internazionale raggiunto dall’industria agroalimentare italiana. Il passaggio del vino da alimento a bevanda di tendenza, è il risultato di un percorso accidentato.
Tra XIX al XX secolo va collocato un primo momento di modernizzazione industriale che vide la nascita di una dinamica imprenditoria rivolta alla produzione di vini di pregio in bottiglia. Nell’Italia liberale si formò l’immagine del “buon vino italiano”. Il periodo tra le due guerre registrò una battuta d’arresto ma già risulta interessante verificare come in Italia negli anni Trenta cominciò a formarsi una nascente cultura del tempo libero legata al vino e ai piaceri turistici dei paesaggi vitati. Dopo il 1945 la società italiana dovette di nuovo riprendere il percorso interrotto. Con il benessere economico e l’industrializzazione finalmente arrivò la svolta, il vino di qualità penetrò in tutti i settori della società. Successivamente, nel cambio di secolo, la cultura enologica si arricchì di nuovi significati con l’enoturismo e la proliferazione di enoteche e winebar eredi sofisticati delle tradizionali osterie popolari. Nel lavoro si ripercorrono le diverse tendenze legate al consumo e alla valorizzazione del vino ma soprattutto alla capacità di una bevanda popolare di collocarsi al centro di un sofisticato mondo di tendenze e pratiche sociali.

 

L’indiscutibile successo mondiale di cui oggi gode il vino italiano è il risultato di una progressiva trasformazione del settore cominciata dopo la nascita del Regno d’Italia. A partire dal 1861, all’interno dell’intera filiera enologica nazionale si iniziò ad operare un profondo rinnovamento che includeva tutte le fasi, dalla coltivazione della vite alla commercializzazione del vino, dalle delicate operazioni tecniche di vinificazione alla nascita di una specifica domanda atta a sostenere i cambiamenti da affrontare. Considerato il negativo punto di partenza, il percorso di rinnovamento compiuto dall’industria enologica italiana non appariva né facile né scontato. Perciò l’evoluzione conosciuta dal settore del vino nel corso di un secolo e mezzo deve essere considerata come un caso simbolico nel sistema economico di un paese che, alle soglie del XXI secolo, ha trasformato lo sfaccettato settore dell’agri-food in uno dei principali punti di forza dell’economia nazionale.

Parlare di domanda di un prodotto agro-alimentare così carico di soggettività e valenze sociali implica il superamento dell’analisi del semplice andamento statistico relativo la sua produzione, delle vendite e persino dei consumi pro-capite (sempre presunti). Analizzare la posizione del vino nella società contemporanea italiana implica pure seguire la “lunga transizione” alimentare che intercorre tra la scarsità e l’abbondanza alimentare, tra la pellagra di fine Ottocento per il quasi esclusivo consumo di mais e la diversificazione dei cibi negli anni del boom economico.

 
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