I numeri degli uomini nel corso del tempo. Eugenio Sonnino e la Demografia storica a Trento

I numeri degli uomini nel corso del tempo. Eugenio Sonnino e la Demografia storica a Trento

Abstract: Riflessioni sulla storia demografica italiana attraverso l’incontro con il professor Eugenio Sonnino: lo studioso, il Maestro, l’amico. Dalle belle speranze del I corso di specializzazione in Demografia storica (Bressanone 1979) alla Riconta delle anime (Trento 2008), è stato un lungo percorso di vita negli anni costruttivi in cui l’Italia recuperava memorie opache offuscate da malinteso oblio.

La collettività umana è sovente rappresentata da numeri, a volte organizzata in una successione ordinata di entità che si susseguono nella linea del tempo di vita, sequenze narrative che necessitano di essere inserite nella Storia per essere comprese. Che si interfacciano in paradigmi mutevoli, in cui la velocità alterna degli eventi impone digressioni e pause di riflessione; sono cifre che condensano i fatti di giorni o addirittura secoli in poche righe, la cui descrizione è decisamente più breve della durata effettiva degli avvenimenti. A posteriori interpretiamo gli intrecci esistenziali sullo sfondo dei parametri spazio-temporali di cui furono attori – non sempre protagonisti – gli uomini, nella sequenza cardine di quelli che la Demografia definisce “fattori naturali”: nascere riprodursi morire. Gli archivi sono i depositi privilegiati di queste fonti documentali, in cui

una folla di nomi sulla carta prende consistenza nel procedere della lettura: si ricostruiscono percorsi di vita e parentele, risaltano dallo sfondo paesaggi ancestrali e governi. Pare quasi che una sapiente regia abbia predisposto il brogliaccio per tante esistenze che tessono la Storia variando la trama nei diversi contesti, ma che l’invisibile ordito della genetica connette attraverso il tempo e lo spazio. Le genealogie si sedimentano, creano popolazioni variamente coese nel corso dei secoli, che il precipitare degli eventi a volte disperde sulla Terra.

Le vecchie carte compendiano le dinamiche di vita degli uomini che ci hanno preceduto, ma sono un coacervo complesso di non facile gestione che richiede competenze plurime per essere affrontato, in primis archivistica, storia e demografia. Sono stata indotta a questa riflessione perché mi è stato chiesto di ricordare un protagonista della recente Demografia storica, in relazione alla sua fattiva presenza nella valorizzazione della Demografica storica trentina: il prof. Eugenio Sonnino, presidente della Società Italiana di Demografia Storica (SIDeS) dal 1984 al 1991 e per quindici anni membro del comitato scientifico dell’International Commission on Historical Demography / Commission Internationale de Démographie Historique (ICHD/CIHD), di cui era poi divenuto presidente onorario.

Parlare di chi ci ha lasciato è difficile, l’agiografia stereotipata è sempre in agguato. Il lavoro che ho dovuto affrontare, comunque, è stato più complesso di quanto presumevo perché il Nostro è stato una figura prismatica che ha vissuto pienamente il secondo Novecento denso di eventi, a iniziare dalla disciplina che ha esercitato, la Demografia; inizialmente l’ha praticata durante la fase di recupero delle memorie opache offuscate da eventi politici ancora troppo recenti, affiancati quasi alla rivoluzionaria introduzione dell’Informatica e alla conquistata titolarità della Demografia storica. Ed è stato nell’esercizio di quest’ultima che ho incontrato il prof. Sonnino – divenuto subito Enio – al primo corso di specializzazione in Demografia storica organizzato dalla SIDeS a Bressanone nel 1979.

Io, laureata in Sociologia a Trento, mi affacciavo alla Storia sociale ancora poco praticata in Italia e in parte priva di adeguati studi sulla passata dinamica naturale e sociale del Paese – di cui il Trentino allora era particolarmente deficitario –. In quest’ambito la SIDeS è stata pioniera e sede di una vivace palestra di innovazione metodologica, che mi ha dato l’opportunità di incontrare illustri intellettuali sostenitori di nuove prospettive, quella transdisciplinare su tutte, dove non era estranea la contiguità alla scuola francese delle Annales, i cui membri sovente partecipavano alle nostre riunioni.

Nell’autentico “incontro di saperi” della SIDeS ebbi modo di discutere con il prof. Sonnino i miei problemi di ricerca, trovando sicura comprensione per il lavoro di storia demografica che stavo facendo, con accentuato interesse per i registri parrocchiali trentini, non ultimo perché Trento era stata sede del Concilio che ne aveva sancito il loro uso universale. In questa cornice il pensiero del prof. Sonnino oggi suona profetico alla luce degli sviluppi realizzati in seguito:

Le conoscenze della fenomenologia demografica che provengono dalla ricerca costituiscono un prodotto del processo di interazione tra fonti e metodologia. Questa constatazione ha un valore generale e si applica tanto alle fonti, ai metodi e agli studi del passato e sul passato, quanto agli attuali e a quelli avvenire. […] L’interazione tra fonti e metodologia allude a un rapporto dinamico interattivo. […] L’esistenza del documento apre la possibilità di farne un uso scientifico solo quando un’ipotesi di ricerca, o anche una metodologia in embrione, individui nelle informazioni contenute nel documento stesso potenzialità utili al raggiungimento di determinati fini conoscitivi.

Sonnino-Inventario-Biblioteca-Nazionale

 

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