La famiglia Sonne: tre studiosi ebrei espulsi dall’Italia fascista

La famiglia Sonne: tre studiosi ebrei espulsi dall’Italia fascista

Abstract: Il seguente articolo intende tracciare un breve profilo bio-bibliografico dello storico galiziano Isaiah Sonne (1887-1960) e dei suoi due figli, Sulamith Sonne Weissbarth (1915-1996) e Daniel Shimshi (1928-1984), residenti a Firenze negli anni Trenta. All’emanazione delle leggi razziali nel 1938, Sonne si ricongiunse al figlio, già a Gerusalemme, mentre Sulamith rimase in Italia per completare gli studi in Chimica, per poi fuggire in Francia e fare ritorno in Italia al fianco dei primi gruppi partigiani. Seppur i percorsi e gli interessi di Sonne e i suoi figli furono assai diversi, le esistenze di tutti e tre furono caratterizzate da due costanti: l’emigrazione e la ricerca scientifica.

Tra i tanti studiosi ebrei privi di cittadinanza italiana che furono costretti ad abbandonare l’Italia per gli effetti del Regio decreto-legge del 7 settembre 1938, occorre ricordare il caso di Isaiah Sonne (1887-1960), fine ricercatore di storia e letteratura ebraica, paleografo, bibliofilo e collezionista che studiò e lavorò tra l’Italia e Rodi per quasi un ventennio. Nonostante la vasta, variegata ed eccellente produzione scientifica, nonché la scoperta e la pubblicazione di tesori manoscritti e bibliografici da lui rinvenuti in diversi archivi e biblioteche sul suolo italiano, la figura di Sonne è stata posta al centro di studi monografici soltanto di recente. In modo particolare, è da ricordare l’imponente lavoro per l’Unione delle Comunità Israelitiche Italiane (UCII) relativo alla catalogazione del patrimonio bibliografico delle comunità ebraiche italiane. Anche se il progetto non fu mai interamente completato e le relazioni dattiloscritte da Sonne rappresentano solo una selezione delle migliaia e migliaia di manoscritti, volumi a stampa e documenti d’archivio posseduti dalle comunità ebraiche italiane negli anni Trenta del secolo scorso, questo lavoro è ancora oggi di estrema importanza. Come per il caso della comunità ebraica di Roma, gravemente saccheggiata dall’Einsatzsab Reichsleiter Rosenberg (ERR) nell’ottobre 1943, la relazione dattiloscritta da Sonne consente di avere un’idea sommaria del patrimonio bibliografico posseduto dalla biblioteca nel 1934, anno in cui egli la visitò. Grazie alla relazione, è stato infatti possibile sapere che tra le migliaia di esemplari razziati dai nazisti vi furono preziosi manoscritti e incunaboli, il 25% dell’intera produzione soncinate, molte stampe orientali e una rara edizione del Talmud in otto volumi stampata da Daniel Bomberg. In mancanza di un catalogo della biblioteca, della relazione di Sonne si è avvalsa anche la “Commissione per il recupero del patrimonio bibliografico della Comunità ebraica di Roma, razziato nel 1943”, istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri con decreto del 26 novembre 2002.

La documentazione archivistica rinvenuta presso gli American Jewish Archives a Cincinnati, Ohio (dove egli è morto nel 1960) e alla National Library of Israel a Gerusalemme, così come la collezione di manoscritti e volumi a stampa conservata presso la biblioteca dello Yad Ben-Zvi Institute a Gerusalemme, testimoniano la ricerca spasmodica e l’amore viscerale di Sonne per l’oggetto-libro, come bibliografo, bibliotecario, collezionista e mercante.

Mentre è in corso il progetto di pubblicazione della prima biografia dello studioso per mano di chi scrive, qui di seguito si sono voluti riportare alcuni brevi cenni sull’esperienza migratoria e l’attività scientifica che caratterizzarono tanto l’esistenza di Sonne, quanto quella dei suoi due figli, Sulamith (1915-1996) e Daniel (1928-1984).

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